Fringe FanFiction - Capitolo 8 - I want to go home

Buon ferragosto a tutti e per festeggiare eccovi l'aggiornamento della mia delirante fanfiction fringiosa!

A presto!






Capitolo 8

2300 – Boston

Peter stava eseguendo varie diagnosi sulla Macchina e su se stesso, con l’aiuto degli Osservatori,  da svariate ore, ignorando tutto il resto, compresa Olivia.
Voleva scoprire la verità su quel misterioso dispositivo, ne era letteralmente ossessionato e niente e nessuno lo avrebbe distratto.
Se l’aveva creata lui in un lontano futuro, poteva anche capire come attivarla.
Malgrado tutto non voleva distruggere quei misteriosi esseri.
Doveva a loro la sua vita.
Loro lo avevano creato e uno di loro l’aveva salvato.
Non potevano essere così malvagi.
Oppure si stava auto convincendo di questo perché stava diventando come loro?
Era affascinato da tutto il loro sapere, non poteva negarlo.
E nel contempo era disgustato dal pensiero di come avevano ridotto la Terra.
Era colpa sua?
In qualche lontano futuro aveva attivato la Macchina mandando in rovina il pianeta?
Ne aveva il tremendo sospetto.
Una mano gli sfiorò la spalla e lui subito si voltò trovandosi di fronte August
“Cosa c’è? Ho da fare.” Replicò in tono stizzoso.
“Peter, mi dispiace sul serio per quello che ti sta succedendo.”
“Voi non avete nessun tipo di sentimento. Non prendermi in giro.”
August fece una strana smorfia.
“Ne sei così sicuro?”
Il giovane Bishop lo sfidò
“Che tipo di sentimenti dovrebbero avere delle persone che manipolano geneticamente gli altri per far nascere un bambino che serve ai loro scopi?”

“Peter. C’erano dei genitori disperati che volevano un figlio.”
“Lo potevano adottare.” Ringhiò il ragazzo voltandosi verso il Vacuum.
“Ci tieni così tanto a sapere come tutto è iniziato, vero? Così magari fermeresti ogni cosa e tu non nasceresti: è questo che vuoi?”
Il ragazzo fece un lungo respiro.
“Non lo so cosa voglio davvero. So solo che sono stanco di bugie. Ovunque vado la gente mi mente. Siete persino arrivati a manipolare i miei ricordi, come Walter.”
“E questo non ti fa pensare?”
“Cosa mi dovrebbe far pensare?”
“Walter ti manipolò mentalmente per farti credere di essere suo figlio. Perché ti amava. E ti ama ancora più di ogni altra cosa al mondo.”
Peter lo fissò sbalordito e balbettò:
“Mi stai dicendo che anche voi mi state mentendo perché mi amate?”
“Non siamo stati noi a manipolare il tuo ricordo con Alt Liv. E’ stato September d’accordo con William Bell e Nina Sharp”
Il giovane deglutì a vuoto.
“Cosa vogliono da me quelle persone?”
“Non ne siamo ancora sicuri, ma…” le ultime parole gli si fermarono in gola perché sentì la Macchina attivarsi di nuovo e poi la vide sparire insieme a Peter.
Sbalordito uscì verso i corridoi dove incontrò il suo capo.
“Ha attivato la Macchina e poi l’ha portata con se.”
Il misterioso uomo fece un mezzo sorriso
“Bene. Il dottor Bell ne sarà lieto. Così scoprirà finalmente la verità e magari troverà il modo di salvarci tutti.”

2000 a. C. – Mesopotamia.

Peter e la Macchina erano caduti in una piccola porzione del deserto non lontano dalle oasi.
Per fortuna era notte fonda e non vi era nessuno ad assistere alla scena.
Il giovane si guardò in giro con aria spaesata.
Dove diavolo era finito?
“All’inizio di tutto” fece Sam Weiss alle sue spalle.
Peter si girò di scatto spaventato.
“Che vuoi dire?”
“E’ da qui che vengono loro. Gli osservatori. Ed è da qui che vengo io.”
“Non credo di capire. Avete migliaia di anni.”
“Io sì. Sono una sorta di guardiano del tempo. Loro no, vengono dal futuro, ma derivano dalla gente di questa terra.”
Peter non si lasciò del tutto sorprendere.
“Siamo in Mesopotamia, vero? La mia mente mi ha portato qui perché la loro lingua è cuneiforme.”
“Esatto. Vedo che sai usare la tua intelligenza.”
“Come fai ad essere un guardiano del tempo, Sam?”
L’uomo sorrise
“E’ una lunga storia. So solo da anni che qualcuno, prima o poi, avrebbe dovuto prendere il mio posto, ma non sapevo dove trovarlo.”
“Non mi dire che ti manda Dio o qualunque altra assurda entità superiore?”
“A dire il vero non proprio. Sono nato anche io in un laboratorio da queste parti però. Hanno seguito alcune particolari istruzioni mandate da un lontano futuro.”
“E chi le ha mandate?”
“Tu ed Olivia”
Peter si lasciò cadere sulla sabbia.
“A questo punto sarei tanto curioso di parlare con il mio futuro me stesso.”
“Non puoi.”
“Perché?”
“Vedi, Peter. E’ morto.”
“In che modo?”
Sam lo fece alzare e lo condusse verso l’oasi
“Ora dissetati amico mio e mangia qualcosa. So che hai lavorato senza nutrirti su quella Macchina, poi ti prometto ti parlerò di ogni cosa.”
Il ragazzo lo squadrò di bieco
“E spero che nelle spiegazioni vi siano inclusi il dottor Bell e Nina Sharp”
Weiss scoppiò a ridere mentre Peter tagliava con il suo coltellino un cactus e lo usava per dissetarsi.
“Quella è la parte più facile, mio giovane amico.”
“Che vuoi dire?”
“Beh. Sai. I geni di Elizabeth e Walter Bishop non erano così forti, anche se avevano quel qualcosa che li legava a loro, agli osservatori intendo. Servivano altri geni e il dottor Bell e la signora Sharp si sono offerti.”
Sentendo quelle parole Peter sputò il cactus e fissò sconvolto Sam mormorando
“Oh no. Non bastavano 2 padri sociopatici. Ora ne ho un terzo con annessa madre squilibrata!”

Over There – Liberty Island 2010.

Walternate aveva perso il suo naturale aplomb ed aveva appeso al muro William Bell
“Maledetto! Ecco perché eri tanto interessato! Come diavolo ti sei permesso di manipolare la nascita di mio figlio?”
“Senza di me non sarebbe mai nato!” rispose Bell in tono glaciale nonostante stesse rischiando di soffocare.
“Dovrei ammazzarti seduta stante. Tu e quel dannato bastardo del mio doppio!” ringhiò il segretario.
Elizabeth, per una volta, non aveva nessuna voglia di fermare il marito. Aveva riposto molta fiducia nel dottor Bell ed ora scoprire tutte quelle cose sulla nascita di suo figlio l’aveva letteralmente sconvolta.
“Allora ci può dire la verità una volta per tutte? Che vuole da nostro figlio?” chiese fissandolo di sbieco.
Walter, intanto, osservava la scena annichilito. Neanche lui si aspettava così tanti segreti.
Bell, a fatica, riuscì a liberarsi.
“L’unica cosa che so è che anni fa conobbi un Peter Bishop quarantenne che mi confidò di ritrovarsi in mezzo ad una guerra tra i due universi, entrambi dominati da due tipi diversi di osservatori. Non vi era nessuna speranza in quel mondo. Entrambe le razze erano dovuti tornare indietro a causa di quello che io avevo attivato tramite la Macchina. Ero convinto che fosse destinata a me, l’avevo manipolata per poter viaggiare nel tempo e conoscere le origini del mondo, ma quella Macchina non era per me e reagì male, finendo per portare in rovina i due mondi.”
Walternate si decise a mollarlo perché colpito da quelle affermazioni. Stava per fare la stessa cosa.
“Quella Macchina è solo per mio figlio. E lui è il nuovo guardiano del tempo, non è così?”
Bell non fece in tempo a rispondere a quelle parole perché qualcuno lo fece al suo posto.
“Esatto, padre” disse infatti Peter.
Elizabeth gli corse incontro, abbracciandolo.
“Tesoro, stai bene?”
Il giovane annuì sorridendole.
Quando si staccò indicò Olivia ed Alt Liv
“Siamo riusciti a tornare. Ed ora abbiamo capito come risolvere questo gran casino” fece la prima.
“Torniamo alla Macchina” concluse il suo doppio sorridendole per la prima volta.
Walter si rabbuiò
“Peter ti ucciderà.”
Il ragazzo si avvicinò all’uomo e gli accarezzò la guancia
“Non credo, papà. E’ stata creata per me. Andiamo”
Il dottor Bishop si commosse sentendosi chiamare così e mormorò
“Mi hai perdonato, allora?”
“Credo che il fatto che tu abbia attraversato due volte gli universi per salvarmi la vita significa pur qualcosa, no?”
“E’ colpa mia se il tuo mondo è in rovina”replicò a voce bassa Walter.
Peter gli prese il viso tra le mani e bisbigliò
“Non mi importa di chi sia la colpa. Tu sei mio papà”







Commenti

Krishel Mir ha detto…
“Oh no. Non bastavano 2 padri sociopatici. Ora ne ho un terzo con annessa madre squilibrata!”

Sono scoppiata in una sonora risata. Povero Peter davvero.

Un capitolo pieno di sorprese con un finale molto commovente. Bella la frase che ho citato, bello vedere Walternate che appende al muro Bell. Solo una lieve sensazione che quel Peter che lo dice potrebbe non essere il nostro Peter ma si vedrà.
Silvia Azzaroli ha detto…
Grazie troppo buona ed io che temevo fosse fuori character in alcuni momenti.
Quanto alle sorprese in parte è merito tuo.
E sul finale sono felice che ti abbia commosso, temevo risultasse forzato.
Prima o poi vedrò di spiegare meglio chi è quel Peter
Anonimo ha detto…
figata!!! Appena avrò ritrovato le braccia, forse riuscirò a commentare!!!!
Silvia Azzaroli ha detto…
Grazie socio ^_^ ! Sono fuori lo so! Non vedo l'ora di leggere il tuo commento dettagliato

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