Vi lascio qui sotto l'articolo che ho scritto due settimane fa per il Giornale Apollo . Non riesco a dire altro. così sono già passati venti anni. Tra gli ultimi giganti della Formula Uno, capace di fare cose davvero impossibili, di fare sorpassi esagerati, di fare vere e proprie acrobazie, di buttare fuori i suoi nemici, senza vergogna e con una buona dose di strafottenza, per vendicarsi dei torti subiti. Ayrton era così. Non le mandava a dire. Se gli facevi un torto in gara prima o poi te la faceva pagare: lo sapeva bene il suo amico/nemico Alain Prost , detto “Il professore”, per il suo essere sempre perfetto, quasi una sorta di nuovo Niki Lauda, anche se Alain sul podio si emozionava, sia quando perdeva sia quando vinceva. Ayrton non era amato da tutti, c’era chi lo adorava immensamente, anche tanti ferraristi (e lui ci teneva a venire alla Ferrari ma non ci è mai venuto) e chi lo odiava visceralmente e, lo ammetto, per alcuni anni lo odiai anche io. Ci misi un po’