Fringe Fan Fiction - Capitolo 3 - I want to go home
Ebbene sì sto andando come un treno con questo nuovo racconto che sta prendendo una piega inaspettata persino a me.
Buona lettura
Capitolo
3
New
York, Other Side
Elizabeth
Bishop l'ex moglie del segretario della difesa,Walter Bishop, varcò
la soglia del suo ufficio senza farsi annunciare proprio mentre lui
stava studiando alcuni atti del governo “Walter Bishop” esordì
in tono duro la donna subito il segretario alzò il capo e la squadrò
mostrandosi glaciale come sempre “Elizabeth, buongiorno” la sua
ex moglie lo fissò con una certa rabbia “Risparmiami i
convenevoli. Dov'è mio figlio?” l'uomo si alzò dalla sedia e
raddolcì l'espressione “L'ho dovuto portare in luogo sicuro,
stavano per rapirlo di nuovo”. Quelle parole allarmarono Elizabeth
“E perché mai?” Walternate sospirò “Non ne ho idea”, ma
Elizabeth non se la bevve “C'è qualcosa che mi stai nascondendo,
non è così?” l'uomo annuì “E' innamorato di una donna del loro
mondo, stava per tornare di là per lei” l'ex signora Bishop scosse
la testa “Quindi non lo stavano rapendo. Stava tornando di là per
sua volontà perché...” Walternate la interruppe bruscamente
“Quella donna lo ha plagiato, lei come tutti gli altri, a
cominciare dal mio doppio, il quale, ti ricordo, ingannò pure te”
Elizabeth, mortificata da quelle parole, non sapeva cosa rispondere
così lasciò continuare il suo ex marito “E poi saresti disposta a
perderlo di nuovo per loro senza nemmeno lottare?” la donna si
lasciò cadere su una sedia “Sai benissimo che non voglio perderlo.
Sai quanto ho sofferto per tutti questi anni, ma è la sua vita
Walter! Peter è un uomo adulto ed ha diritto a fare le sue scelte!”
Il segretario si avvicinò a grandi passi verso di lei “Lo hanno
plagiato, te l'ho detto. Forse lei non lo ama davvero, lo vogliono
solo tenere di là per continuare ad usarlo contro il suo mondo! Ti
ricordo che siamo in guerra con quella gente” Elizabeth chinò la
testa “Guerra che tu hai cominciato..”
Walternate era furioso, le
prese le spalle e la scosse “Sono loro che l'hanno cominciata 23
anni fa rapendo nostro figlio e causando tutti quei morti! Sai quanta
persone del nostro mondo sono morte a causa di quello che fece
quell'uomo, non puoi dimenticare questo” La sua ex moglie sorrise
amara “Non lo dimentico, ma davvero ci avresti pensato se
quell'uomo ci avesse riportato indietro nostro figlio subito dopo
averlo guarito?” l'uomo chinò la testa “Pensi sul serio che lui
volesse guarirlo?” Elizabeth gli mise un dito sotto il mento e
glielo fece alzare dolcemente “Peter sta bene, lo hai visto anche
tu. Non penso che sia guarito da solo.. Walter, io non voglio
perderlo di nuovo, ma non posso credere che quell'uomo che lo venne a
prendere volesse sul serio fargli del male. E riguardo a quella
donna, nessuno può dirci se non ami davvero nostro figlio”
Walternate le sorrise amaro, voleva risponderle, ma per una volta lei
era riuscita a spiazzarlo così cambiò radicalmente discorso
“Scusami, ho una riunione con il presidente fra poco. Stiamo
discutendo dell'invasione dei nostri nemici” la donna annuì
preferendo non insistere anche perché si era accorta di una piccola
ombra nello sguardo dell'ex marito. Forse le sue parole avevano fatto
centro. “Spero di poter vedere presto Peter” disse mentre usciva
dall'ufficio, l'uomo annuì e tornò alle sue carte.
Boston,
This Side
Un
uomo di circa quarant'anni stava leggendo alcune pergamene piuttosto
antiche nella sala da Bowling, ormai vuota, che gestiva da anni come
copertura, era assai preoccupato e ciò si capiva da molti suoi
gesti, stava mangiucchiando una matita e si mordicchiava le labbra,
inoltre le rughe sul suo volto erano come accentuate da tale
preoccupazione perciò non si accorse della presenza di un uomo
calvo, ben vestito, che lo stava osservando da un po' ; fu solo
quando si alzò per andare a prendersi da bere che se ne avvide e
subito indietreggiò tirando fuori un'arma che teneva nascosta sotto
il bancone “Chi diavolo sei?” domandò spaventato. L'osservatore
si avvicinò “Non avere paura Sam Weiss, studi da anni la nostra
civiltà” esordì indicando le pergamene “Dovresti conoscerci
piuttosto bene” Weiss lo guardò di sbieco “Ammettendo che ciò
che dici sia vero, come diavolo hai fatto ad entrare?” September
scosse il capo “Credevo che tu più di chiunque altro sapessi che
non ci sono limiti di spazio tempo” Sam alzò gli occhi al soffitto
“Touche! Bene ora mi potresti dire che cosa vuoi?” L'osservatore
si avvicinò ancora “Ho un messaggio del tuo amico William Bell.
Penso che ti sarai accorto della precarietà della situazione a causa
della guerra tra gli universi” Sam fece una smorfia sprezzante
“Certo altrimenti non starei a studiare notte e giorni i vostri
scritti, ma c'è dell'altro, vero?” September annuì “Da quello
che abbiamo capito questi due mondi sono legati, però questo lo sai
anche tu, nessuno di noi sa come potremo salvarci. Il problema
tuttavia non è solo quello. Vedi io vengo dal futuro, da un futuro
incerto dove esattamente come qui ci sono due mondi in lotta, due
universi in lotta, solo che entrambi quei mondi stanno morendo e
tutti e due stanno puntando al passato per sopravvivere, chi in un
modo chi in un altro”
Weiss
lo fissò interdetto “Chi in un modo e chi in un altro? Intendi
dire che qualcuno di voi sta cercando di invaderci?” September
mosse il capo come una civetta “In realtà lo hanno già fatto,
solo sono stati bravi a farlo in maniera molto sottile tanto che
neanche noi ce ne siamo accorti per diverso tempo” Sam prese in
mano una delle pergamene “Non dirmi che sono stati loro a dare uno
di questi fogli ad Olivia.” September annuì “Esatto. Loro non
vogliono che Peter entri nella Macchina, ne hanno paura, credono che
li distruggerà, per questo l'hanno fatta sparire per secoli”
Weiss
sospirò “Non è la Macchina per la distruzione finale. E il
messaggio di Bell sarebbe quello di trovare chi è schierato con
queste persone, giusto? Ne parlerò con Nina Sharp” L'osservatore
scosse il capo “No. “ Lo studioso sospirò “Come vuoi.”
l'osservatore fece un piccolo cenno con la testa in segno di saluto e
sparì, quando Sam si ritrovò da solo prese il telefono e digitò un
numero “Il giovane Bishop è prigioniero nell'altro universo e
potrebbe usare la Macchina da un momento all'altro. Se l'attiveranno
dall'altra parte sarà la fine” una voce femminile replicò
“D'accordo. Grazie per l'avviso” Sam terminò la chiamata e si
mise a sistemare la sala da bowling.
New
York, Manhatan, Other Side
William
Bell e Walter Bishop erano impegnati nella costruzione delle armi
anti-osservatori in uno dei laboratori delle Torri Gemelle, con loro
vi erano diversi collaboratori del fondatore della Massive Dynamic
che lavoravano con una certa solerzia, Bishop Senior era agitato e
non faceva nulla per nasconderlo, tanto che mangiava una Red Vines
dopo l'altra nel tentativo vano di calmarsi “Belly, mi levasti i
pezzi di cervello per questa storia dell'invasione non perché avessi
aperto il portale, vero?” William replicò con molta calma “Le
due cose sono legate, Walter” lo scienziato borbottò “Mi stai
dicendo che se non avessi aperto il portale ora quella gente non
verrebbe a cercarci dal futuro? Avrei dovuto capirlo quando mi
chiedesti di rafforzare il legame … “ Bell lo zittì “L'idea fu
tua Walter e non è il caso di parlarne qui, davanti agli altri.
Speriamo solo che ci raggiungano presto: September ha detto di averli
visti in una galleria” Walter sospirò “Fantastico mio figlio che
passeggia in un galleria d'alta montagna coperta di neve” Bell alzò
gli occhi verso il soffitto “Peter non è un bambino e in molti
casi ha dimostrato di sapersela cavare meglio di te”
Dopo
aver finito di parlare il capo della Massive Dynamic si allontanò
verso il suo ufficio dove campeggiava una copia del libro de “Il
Primo Popolo” , Walter lo raggiunse e non appena vide quello strano
libro si oscurò “Mi è assai famigliare anche se non capisco
perché” Bell glielo porse “Leggilo Walter, è importante” Il
dottor Bishop annuì prendendo in mano il libro, si andò a sedere
nella poltrona del suo amico ed iniziò la lettura.
Dintorni
di Aspen, Other Side
Peter
ed Olivia dopo l'iniziale smarrimento si erano ripresi d'animo e si
erano messi a camminare in mezzo alla neve, per fortuna erano
indossavano dei pesanti scarponi, quindi la cosa si rivelò più
semplice del previsto ed in poche ore avevano raggiunto una piccola
casa abbandonata, il giovane, tuttavia, era inquieto cosa che
all'agente Dunham non era affatto sfuggita “Cosa c'è?” Bishop
Junior sospirò “Non ti sembra strano che i potenti mezzi di mio
padre non siano già sulle nostre tracce?” la ragazza sorrise “In
effetti sì, ma vedrai che presto ci troveranno” Peter si oscurò
in volto “Lo dici come se vorresti davvero che ci trovassero. E non
è la prima cosa strana che noto” Olivia sussultò “Che vuoi
dire?” per tutta risposta il ragazzo tirò fuori un coltello e
glielo puntò alla gola “Chi diavolo sei? Sei la loro Olivia, vero?
Oppure uno stramaledetto mutaforma?” la giovane deglutì a vuoto,
non sapeva cosa dire, non si aspettava una simile reazione “Peter,
sei molto nervoso. Sono io, la tua Olivia” Peter scosse il capo
“Non ti credo, provamelo” lei sorrise, spingendo via piano il
coltello e lo guardò “Qualunque cosa io dicessi so che non mi
crederesti, tuo padre ti sta facendo impazzire con questa storia
della Macchina con cui dovresti distruggere l'altro universo” Peter
scosse il capo “Non accadrà mai, non distruggerò mai nessuno dei
due universi” la giovane spalancò gli occhi “Ed allora perché
continui a studiare quegli schemi? Hai voluto persino portateli
dietro! Sei ossessionato da quella cosa!” il giovane Bishop scosse
di nuovo la testa “Perché a quanto pare sono al centro di questa
dannata storia che io lo voglia oppure no e quindi è mio dovere
trovare un'altra via a questa maledetta guerra. La devo trovare per
entrambi i miei mondi. Non posso lasciare che vengano distrutti a
causa della follia dei miei padri” replicò in tono risoluto.
Sentendolo parlare così l'agente Dunham raddolcì l'espressione, si
avvicinò a lui e lo baciò dolcemente, Peter ricambiò il bacio,
aveva tanto bisogno di aggrapparsi a lei, era l'unica sua certezza in
quella follia, quando si staccò sospirò “Enai Kalytero Antropo
apo patera toy” Olivia lo fissò e domandò incuriosita “Che
significa?” questa volta fu Peter a deglutire “Allora avevo
ragione. Non sei la mia Olivia” replicò in tono triste e questa
volta l'agente Dunham non riuscì più a mentire “Hai ragione,
anche se in teoria dovrei esserlo. In fondo sei nato qui”
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