Fringe FF: Capitolo 7 - The Tin Man Finds His Heart
Ed eccoci qui con il capitolo conclusivo di questa mia fanfiction che dato ehm il finale di Fringe si discosta assai dalla storia originale, anche se sarebbe più giusto dire che sono stati loro a discostarsi dall'idea originale per... vabbè lasciamo stare.
Grazie a Krishel per avermi dato la sua approvazione leggendo in anteprima e grazie a Francesco, il socio, e a Giadina per aver atteso così tanto tempo quello che lei definisce il vero finale: Silvietta arrossisce.
Grazie anche a Matteo di Fringe Italia sì perché leggendo il suo racconto mi è tornata la voglia di proseguire la mia storia senza mandare i personaggi fuori character.
E grazie infine a Spuffy per avermi concesso di usare parte della sua idea per questo finale.
Buona lettura ed alla prossima
p.s: Joele leggi ed impara :P
rip.s: attenzione SPOILER
Grazie a Krishel per avermi dato la sua approvazione leggendo in anteprima e grazie a Francesco, il socio, e a Giadina per aver atteso così tanto tempo quello che lei definisce il vero finale: Silvietta arrossisce.
Grazie anche a Matteo di Fringe Italia sì perché leggendo il suo racconto mi è tornata la voglia di proseguire la mia storia senza mandare i personaggi fuori character.
E grazie infine a Spuffy per avermi concesso di usare parte della sua idea per questo finale.
Buona lettura ed alla prossima
p.s: Joele leggi ed impara :P
rip.s: attenzione SPOILER
Capitolo 7
Boston 2036
Cammino stanco per quella che un tempo
era una grande città, la parte turpe della mia razza ha preso il
sopravvento, ma posso ancora fermare tutto questo, certo io
personalmente non posso fare molto, sono riuscito solo a salvare il
ragazzo modificando la linea temporale, ma la parte grossa di questa
vicenda non è in mano mia, non è mai stata in mano mia.
Sono sempre stato un mero aiutante del
tempo, ora lo so.
Zoppicando arrivo dietro ai giardini
dell'ex università di Harvard, non c'è più molto tempo adesso,
sono stanco sia di dentro che di fuori, debbo assolutamente parlare a
tutti loro, sperando che nel frattempo abbiamo ritrovato quel bambino
che li possa aiutare.
Faccio un lungo respiro e mi trasporto
all'interno causando uno spostamento d'aria che fa svegliare tutti
loro.
“September” esordisce Peter alle
mie spalle. Ha un tono di voce molto cupo e basso segno palese di una
rabbia trattenuta.
Deglutisco a vuoto. A quanto pare il
destino ha deciso di presentarmi i conti tutti insieme.
“Ciao... Peter” replico voltandomi.
E' la prima volta che lo chiamo per
nome e la cosa mi sembra alquanto strana.
“Abbiamo trovato la tua guida” dice
Walter indicando il piccolo Michael a cui sorrido lievemente.
Avrei voglia di parlare anche con lui,
ma non so se avrò il tempo, ora debbo pensare ad altro.
“Dunque ora sapete” affermo con
voce apparentemente calma.
Il dottor Bishop si avvicina fissandomi
con gli occhi fiammeggianti di ira.
“Ci hai usato come burattini per i
tuoi scopi”
Scuoto la testa
“Sì e no Walter. Avrebbero preso
Peter comunque, io mi sono solo limitato a far credere agli altri di
essere d'accordo, ma il resto lo ha fatto tutto tuo figlio”
Il giovane Bishop si avvicina a sua
volta
“Di che parli si può sapere?”
“Quando ti portammo nel nostro tempo
provammo a stimolare parte della tua corteccia celebrale per vedere
se avessimo avuto ragione nei tuoi confronti. Tu sei il capostite
della nostra razza, ma levandoti quel chip hai compiuto una scelta
che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato e hai cambiato il mio
futuro come vedi”
Peter spalancò gli occhi
“Hai fatto uccidere Etta apposta per
spingermi a metterlo? Era questo il vostro piano?” Lo vedo mettersi
le mani sulla testa “Siete dei pazzi... ecco cosa intendevi quel
giorno. Ero io il padre a cui ti riferivi”
Peter si lascia cadere su una sedia
sconvolto mentre Olivia gli va incontro prendendogli la mano, posso
sentire anche da questa distanza che è spaventata quanto lui perché
deve aver compreso fino in fondo la portata nelle mie parole
“Ora derivi anche da me, non è
così?”
Annuisco debolmente lasciandomi cadere
a mia volta su una sedia
“Era una cosa che non avevo previsto,
anche se sapevo che eravate destinati a stare insieme. Forse ha un
senso perché da te Walter sintetizzò il farmaco che poi usò su
Olivia e gli altri bambini”
Il dottor Bishop impallidisce chinando
la testa e nello stesso istante suo figlio alza la testa fissandolo
atterrito
“Bene... cioè male, abbiamo finito
oppure verrà fuori che deriviamo entrambi da una rana?” domanda
cercando di scherzare.
Walter scuote la testa
“Mi spiace figliolo, io avevo trovato
qualcosa di strano dopo averti curato. Era un enzima, l'avevo
intravisto anche nel mio Peter, ma non era così sviluppato. Tempo
dopo lo studiai e mi accorsi che era la chiave dell'evoluzione umana.
Così creai il cortexiphan con Belly e selezionammo apposta dei
bambini dove era presente qualcosa di simile a quell'enzima”
Peter non riesce a levare gli occhi di
dosso da suo padre, tutto gli sta cadendo addosso, l'infanzia
solitaria e malata, il rapimento, le bugie e in ultimo le
sperimentazioni subite. Non ha il coraggio di guardare in faccia
Olivia che dolcemente lo abbraccia sussurrando – Nessuno quanto me
può capire come ti senti, Peter.
Il giovane Bishop non reagisce se non
chinando la testa e lasciandosi cullare da lei, è esausto, si
aggrappa all'unica persona che non l'ha mai usato.
Mi alzo dalla sedia ed esco in
corridoio seguito da Walter
“Stiamo costruendo la Macchina, vero
September?”
Annuisco debolmente abbassando il capo
“Sì, ma a dire il vero, io non ho la
minima idea di cosa possa farci Peter questa volta”
“Stai scherzando? Ci hai fatto
mettere insieme di nuovo quel maledetto affare e non sai cosa farne?”
Guardo in faccia il mio amico
“E' così, Walter. “
“Ma ci hai portati qui apposta”
“Esatto, vi ho portato qui apposta,
ma non posso prevedere tutto. Anche se diciamo di saperlo fare, vi è
sempre una variabile imprevista, nel momento in cui ho deciso di
appellarmi a quella variabile è cambiato tutto.”
Lo scienziato sospira irritato
“Non ti aspetterai sul serio che
permetta a mio figlio di entrare di nuovo in quell'oggetto
infernale!”
Sorrido con aria indulgente
“E' una scelta che non compete a
nessuno di noi due, Walter. Abbiamo finito di giocare agli dei. Ora
tocca a loro, noi possiamo solo decidere se aiutarli”
Walter mi fissa a lungo prima di
rispondere
“Il bambino chi è?”
“L'hai capito da solo”
“E' tuo figlio?”
“Sì, ma esattamente come hai fatto
tu, con il tuo, l'ho usato per i miei scopi.”
“E hai cercato di portarmi via Peter
per questo. Lui è...”
Lo interrompo bruscamente
“Peter non è di nessuno, Walter,
credevo che lo avessi accettato. E a voler puntualizzare è figlio
dell'altro Walter che sta iniziando lentamente a ricordare, sappilo”
Il dottor Bishop mi guarda iroso e
spaventato
“Non voglio perderlo un'altra volta”
dice infine quasi farfugliando.
“Lo so, ma non dipende più da me o
da te”
Peter ed Olivia ci raggiungono in
corridoio
“A quanto pare debbo entrare di nuovo
nella Macchina, non è così?” mi domanda in tono stanco.
Scuoto la testa
“E' tua la scelta, Peter. Io vi ho
guidati fin qui. In questo tempo tu eri riuscito a fermarli in un
altro modo, adesso io non riesco a vedere cosa accadrà. E non ci
riescono neanche loro”
Peter sospira non riuscendo a parlare,
Olivia gli stringe di nuovo la mano
“Non scomparirà, di nuovo, vero? Non
possiamo essere arrivati di nuovo allo stesso punto con le stesse …
è vero hai detto che non lo sai”
Sorrido mestamente
“Mi spiace, sono una pessima guida”
Olivia torna a guardare Peter, si
fissano a lungo, sento di nuovo la loro paura, ma sento anche altro
“D'accordo, facciamolo” dice infine
il ragazzo “Ma neanche io so cosa accadrà questa volta”
Walter non sa cosa dire, sta provando
la stessa paura di allora, si avvicina al figlio e gli sorride triste
“Pete, io... io non basterebbero un
milione di anni per riuscire a scusarmi per il male che ti ho fatto”
Il giovane Bishop guarda a lungo suo
padre, è diviso tra rabbia e dolore, una parte di lui vorrebbe
scagliarsi contro l'uomo che lo ha torturato, l'altra prova solo una
grande tristezza
“Io... io... so che non sei più
l'uomo di allora. Mi basta” sussurra infine abbracciandolo.
Walter lo stringe a se forte,
desideroso ancora una volta di espiare, nella sua mente sta già
cercando una via e so che Peter mi odierebbe perché non sto facendo
niente per impedirglielo.
Usciamo tutti insieme dal laboratorio
usando i condotti e dirigendoci, con due macchine diverse, dove la
ribellione sta costruendo la Macchina, Walter è in Macchina con me
quando ci troviamo imbottigliati a causa di un blocco a qualche
chilometro di distanza.
“Ci fermeranno e manderanno a monte
il piano”
“Walter, non è detto”
“Infatti, se li aiutiamo no”
Sorrido divertito
“Vuoi giocare a fare l'eroe, vero
dottor Bishop?”
“Faremo guadagnare tempo a Peter ed
Olivia”
Sghignazzo divertito mentre ferma
l'auto, so già cos'ha in mente e dopotutto la cosa piace anche a me,
subito Peter ed Olivia si accorgono della nostra manovra ed il
giovane corre verso il padre
“Che vuoi fare?” domanda
spaventato.
“Voglio farvi guadagnare tempo. Se
prendono noi, non vi cercheranno”dice in tono risoluto Walter.
I due giovani spalancano gli occhi,
Peter prende Walter per le spalle
“No.. no... ti prego. Ti uccideranno.
Io non voglio perderti” balbetta tra le lacrime.
“Figliolo, il tempo che abbiamo...
abbiamo avuto insieme lo abbiamo rubato, non lo cambierei per niente
al mondo. Peter... sei la cosa più preziosa che ho. Di gran lunga la
più preziosa e... e voglio aiutarti”
Il ragazzo lo abbraccia forte
singhiozzando, sembra un bambino in quel momento, Walter lo stringe
a se per dargli coraggio, vuole farlo per lui, per ripagarlo di tutto
il male che gli ha fatto, per aiutarlo nella sua missione insieme ad
Olivia. “Ti voglio bene, papà” sussurra Peter spaventato.
Piango anche io osservandoli, lanciando
un'occhiata al piccolo Michael, gli do una lieve carezza, lui
ricambia, non posso pretendere altro.
Quando padre e figlio si staccano, ci
decidiamo ad allontanarci tra i prati per richiamare l'attenzione dei
lealisti, Peter ci sta ancora guardando, lo sento e solo quando
veniamo catturati, Olivia e Michael riescono a trascinarlo verso
l'auto. Sa bene che non ci rivedrà più.
Anche da lontano riesco ad assistere a
quella scena, vorrei poterne parlare a Walter, ma lui non riesce a
schermarsi quanto me, nonostante gli abbia ripartizionato la mente.
Anche se sono rinchiuso in una cella,
non la vedo, vedo invece Peter entrare di nuovo nella Macchina,
cammina quasi barcollando, tanto che Olivia deve aiutarlo a fare le
scale, sente un'angoscia nel cuore che non aveva mai avuto prima,
vorrei poter dare loro il sostegno mio e di Walter, ma so che questa
nostra cattura è l'unico modo che abbiamo per aiutarli.
“Liv, non so se ce la farò questa
volta, io... non so cosa debbo fare. Non lo so”
Olivia lo bacia piano sulle labbra
“Non lo so neanche io. E ho paura
quanto te. Non voglio perdere anche te, dopo Etta”
Peter la bacia a sua volta poi attende
che lei sia scesa dalla scalinata ed entra nella Macchina.
Nella sua testa ed in quella di Olivia
appaiono tante immagini, quando lo salvai, la forza della sua vera
madre, il suo vero padre non così diverso da Walter, la sua vera
casa così piena d'amore, malgrado tutto, l'incontro con Olivia,
smarrita, fragile e forte quanto lui, i mille dialoghi con Walter, la
sua paura di perderlo, la nascita di Etta e la gioia immensa che
provarono entrambi quando nacque, il dolore devastante provato quando
venne rapita, la felicità di riaverla e il dolore acuto di perderla
di nuovo.
L'odio per Windmark, totalizzante, la
voglia di vederlo morire, lui insieme agli altri, poi chissà perché
vedo nella loro mente la mia immagine, quella di Michael e di August.
Cosa state pensando?
Anche noi vi abbiamo usato, non siamo
diversi oppure sì?
Improvvisamente mi rendo conto che
quelle immagini non le sto vedendo solo io, le stanno vedendo tutti
quelli della mia razza.
Tutti quanti.
Ma perché?
Cosa state facendo amici miei?
Una piccola fitta quando sento non
lontano da me Walter e Windmark discutere pesantemente, Windmark è
tormentato da quelle immagini ed urla dietro a Walter
“Perché tutte queste emozioni nella
mia testa? Sei tu che ci hai voluto così, ricordi?”
Walter lo guarda sconvolto
“Di che parli?”
“Dottor Bishop, ora so. Sei stato tu
insieme al tuo amico William Bell a crearci dopo la morte di due
Peter, usando il suo dna, impedendoci di provare emozioni perché
erano solo male ed ora vieni ad accusarci?”
Il mio amico è annichilito dallo
stupore, è stato lui a creare quei mostri? Non lo ricorda. Magari è
stata un'altra versione di se, quella che ha realmente perso due
Peter.
“Dove sono Peter Bishop ed Olivia
Dunham? Dove sono?” urla inviperito.
“Non avrai mai mio figlio, fottiti
bastardo” gli dice iroso sputandogli addosso. E' un attimo gli ruba
la pistola e si spara in testa.
Lacrime scottanti mi scivolano lunghe
le guance.
Addio amico mio. E perdonami.
Windmark in preda all'ira viene da me
“Traditore. Sei uno di noi”
Scuoto la testa tremando. Temo che ora
sarà più facile per lui leggermi. Non riesco a smettere di pensare
alla morte di Walter. Peter ed Olivia ne saranno devastati. Io lo
sono già.
“No, non sono uno di voi. Non uso il
mio sapere per dominare il mondo”
Windmark sorride maligno
“Sei arrivato a modificare varie
volte la linea temporale per i tuoi scopi, non venire a fare la
morale a me”
“I miei scopi non erano quelli di
dominare l'umanità.” ringhio furente. Vorrei uccidermi anche io
per fermarlo, non ho più molto tempo. Le emozioni mi stanno
dominando. Walter, mi spiace.
Chiudo gli occhi sicuro ormai di aver
tradito i miei amici quando sento un tonfo.
Windkmark è stramazzato per terra con
gli occhi vitrei. Non si muove più. Le troppe emozioni lo hanno
portato alla morte.
In lontananza vedo altri esseri come me
cadere, ma non tutti, anzi sono una minoranza, gli altri escono in
strada lasciandosi travolgere da quel fiume in piena.
Hanno accolto le emozioni invece di
respingerle, esattamente come abbiamo fatto August, Michael ed io,
hanno capito che possono essere una forza e non una debolezza, che si
può vivere meglio attraverso esse, non ignorandole, ma usandole per
il bene, come l'intelletto.
Sorrido tra le lacrime pensando che
Walter sarebbe orgoglioso di Peter ed Olivia, hanno trovato una via
che io non ero stato in grado di vedere, ma sapevo che l'avrebbero
trovata insieme. Lo sapevo.
Svengo esausto e ritrovandomi poco dopo
nel lettino del laboratorio.
Vorrei muovermi, ma non ci riesco, le
torture di Windmark mi hanno devastato, riesco però a sentire dei
singhiozzi violenti e li riconosco.
Peter sta piangendo suo padre.
Il suo dolore è così forte che fa
quasi scomparire il mio, ha perso suo padre dopo averlo ritrovato,
come è successo con sua figlia.
“Peter... Olivia” balbetto
tenendogli occhi chiusi.
L'agente Dunham mi raggiunge
“September...” farfuglia lei. Ha
una voce dolce e gentile. Le ho sempre voluto bene, in qualche modo,
e non solo perché sarebbe diventata una Bishop.
“Sono felice di sapere... sapere che
tu... tu... sei nostra madre” balbetto aprendo a fatica le
palpebre.
“Lo sapevo che nostro padre avrebbe
fatto la scelta giusta” aggiungo sorridendo.
Olivia sorride tristemente.
“Grazie, l'onore è tutto mio Donald”
“Conosci il mio nome, vedo” le
parole mi escono a fatica “Voglio che sappiate che Walter è morto
dicendo: Non avrai mai mio figlio, fottiti bastardo”
Olivia scoppia a ridere tra le lacrime
e così anche Peter che trova finalmente la forza di staccarsi dalla
salma di Walter per raggiungermi. Sta barcollando e Michael lo deve
sostenere
Ha gli occhi cerchiati di rosso e
sembra di nuovo il ragazzino fragile e malato di un tempo, ma oggi
come allora ha tanta forza dentro di se.
Mi prende la mano.
“Grazie a voi, Bishop, ora ho una
famiglia”. Chiudo gli occhi mentre Michael mi fa una lieve carezza
ed il mio dono mi regala un ultimo spiraglio del futuro.
Peter, Olivia e Micheal sono in
cimitero tra gli alberi, vi sono due tombe.
Quelle di Walter e Donald Bishop e sopra di esse il ragazzo ed il bambino stanno piantando due tulipani bianchi.
Quelle di Walter e Donald Bishop e sopra di esse il ragazzo ed il bambino stanno piantando due tulipani bianchi.
Sorrido sentendomi mancare le forze.
Un fiore è simbolo di rinascita.
Il tulipano bianco è simbolo anche del
perdono.
Fine
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