Fringe Fan Fiction: The Tin Man Finds His Heart
Buona sera, in attesa di recensire la 5x4 di Fringe che mi ha un tantino sconvolto e di mettermi in pari con Sons of Anarchy inizio a postarvi una mia nuova fanfiction, stavolta incentrata sul nostro Osservatore preferito, September... buona lettura: attenzione SPOILER!
Sono nato in un'epoca di avanguardia tecnologica, ogni cosa era portata di mano, abbiamo sempre viaggiato a grandi velocità, superato limiti invalicabili, il sapere era alla portata di tutti od almeno così pensavo. Sono quello che tutti definireste uno scienziato di alto rango, ho sempre amato studiare, anche se amare non è la parola esatta, non l'ho mai sentita fino a quando non ho incontrato l'altra gente, quelli meno evoluti, quelli che il mio popolo definisce ora nativi. Mi scelsero fin da bambino per il mio alto quoziente intellettivo, fui selezionato insieme a mille altri e riempito di nozioni: matematica, fisica, chimica, scienza, anatomia, astronomia la mia vita è sempre stata quella. In mezzo a formule matematiche e fisiche, non ho mai avuto altro e non ho mai desiderato altro, volevo apprendere, apprendere, volevo che le vette del mio sapere arrivassero fino al cielo, non c'era limite per me.
Più apprendevo e più volevo apprendere, abbiamo sempre voluto varcare tutti i confini del tempo e dello spazio, non esisteva nulla di impossibile ed i nostri insegnanti ci guidavano in tal senso. Eravamo divisi in gruppi di una decina di persone, credo di aver avuto tre anni quando risolsi la mia prima equazione e dovevo averne avuti due in più quando capì che avrei potuto viaggiare nel tempo. La mia idea non colse impreparati i nostri tutori, le sole figure di adulti, se così posso definirli, con cui avevo a che fare, non avevo mai visto i miei genitori biologici e non mi è mai interessato conoscerli, come del resto loro con me: per quello che ne sapevo la nostra razza era sempre stata riprodotta in vitro. La cosa mi andava bene e non mi aveva mai particolarmente interessato, ero preso da altre cose, volevo viaggiare nel tempo con me lo volevano altri ragazzi che avevano sviluppato teorie simili alle mie, ma che appartenevano ad altri gruppi. Finimmo dunque per essere smistati in unico gruppo per poter lavorare insieme arrivando a creare la nostra macchina del tempo, ci impiegammo pochi mesi a farla unendo le nostre menti così superiori a quelle degli altri. Ci sentivano degli eletti. Dei predestinati. Noi e solo noi avremmo potuto viaggiare nel tempo e scoprire come era nato l'universo. Anzi gli universi. Fin da piccoli avevamo sempre saputo dell'esistenza di mille altri universi simili al nostro ma leggermente diversi, ci era stato spiegato che ogni volta che si compiva una scelta nasceva un altro universo simile al nostro dove avevamo fatto una scelta differente. Avevo pensato a mille altri esseri come me? Qualche volta e l'idea mi sembrava stravagante anche perché non riuscivo ad immaginare di compiere scelte diverse da quelle che avevo fatto. Era incredibile ma anche se avevo molta immaginazione in tutti i campi, non riuscivo ad averne su me stesso forse perché mi andavo bene così. Uno degli eletti che poteva viaggiare nel tempo e conoscere il principio e la fine di tutto. La prima volta che vidi il big bang fu come essere investiti da una scia di luce, potente e misteriosa. E quando vidi il big cranch fu invece come essere risucchiati dal buio. Tuttavia, in entrambi i casi, non ebbi mai la minima paura, ero semplicemente affascinato dalla potenza della natura. Solo molto più avanti avrei scoperto delle cose che mi avrebbero toccato veramente nel profondo, in un modo che non avrei mai immaginato. Tutto iniziò quando i nostri insegnanti ci portarono quell'antica pergamena. Fu il principio e la fine di tutto il mio mondo. Così come lo conoscevo.
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
The Tin Man Finds His Heart
Capitolo 1
Sono nato in un'epoca di avanguardia tecnologica, ogni cosa era portata di mano, abbiamo sempre viaggiato a grandi velocità, superato limiti invalicabili, il sapere era alla portata di tutti od almeno così pensavo. Sono quello che tutti definireste uno scienziato di alto rango, ho sempre amato studiare, anche se amare non è la parola esatta, non l'ho mai sentita fino a quando non ho incontrato l'altra gente, quelli meno evoluti, quelli che il mio popolo definisce ora nativi. Mi scelsero fin da bambino per il mio alto quoziente intellettivo, fui selezionato insieme a mille altri e riempito di nozioni: matematica, fisica, chimica, scienza, anatomia, astronomia la mia vita è sempre stata quella. In mezzo a formule matematiche e fisiche, non ho mai avuto altro e non ho mai desiderato altro, volevo apprendere, apprendere, volevo che le vette del mio sapere arrivassero fino al cielo, non c'era limite per me.
Più apprendevo e più volevo apprendere, abbiamo sempre voluto varcare tutti i confini del tempo e dello spazio, non esisteva nulla di impossibile ed i nostri insegnanti ci guidavano in tal senso. Eravamo divisi in gruppi di una decina di persone, credo di aver avuto tre anni quando risolsi la mia prima equazione e dovevo averne avuti due in più quando capì che avrei potuto viaggiare nel tempo. La mia idea non colse impreparati i nostri tutori, le sole figure di adulti, se così posso definirli, con cui avevo a che fare, non avevo mai visto i miei genitori biologici e non mi è mai interessato conoscerli, come del resto loro con me: per quello che ne sapevo la nostra razza era sempre stata riprodotta in vitro. La cosa mi andava bene e non mi aveva mai particolarmente interessato, ero preso da altre cose, volevo viaggiare nel tempo con me lo volevano altri ragazzi che avevano sviluppato teorie simili alle mie, ma che appartenevano ad altri gruppi. Finimmo dunque per essere smistati in unico gruppo per poter lavorare insieme arrivando a creare la nostra macchina del tempo, ci impiegammo pochi mesi a farla unendo le nostre menti così superiori a quelle degli altri. Ci sentivano degli eletti. Dei predestinati. Noi e solo noi avremmo potuto viaggiare nel tempo e scoprire come era nato l'universo. Anzi gli universi. Fin da piccoli avevamo sempre saputo dell'esistenza di mille altri universi simili al nostro ma leggermente diversi, ci era stato spiegato che ogni volta che si compiva una scelta nasceva un altro universo simile al nostro dove avevamo fatto una scelta differente. Avevo pensato a mille altri esseri come me? Qualche volta e l'idea mi sembrava stravagante anche perché non riuscivo ad immaginare di compiere scelte diverse da quelle che avevo fatto. Era incredibile ma anche se avevo molta immaginazione in tutti i campi, non riuscivo ad averne su me stesso forse perché mi andavo bene così. Uno degli eletti che poteva viaggiare nel tempo e conoscere il principio e la fine di tutto. La prima volta che vidi il big bang fu come essere investiti da una scia di luce, potente e misteriosa. E quando vidi il big cranch fu invece come essere risucchiati dal buio. Tuttavia, in entrambi i casi, non ebbi mai la minima paura, ero semplicemente affascinato dalla potenza della natura. Solo molto più avanti avrei scoperto delle cose che mi avrebbero toccato veramente nel profondo, in un modo che non avrei mai immaginato. Tutto iniziò quando i nostri insegnanti ci portarono quell'antica pergamena. Fu il principio e la fine di tutto il mio mondo. Così come lo conoscevo.
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
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