Poesia del mezzogiorno - Primavera 2017
Buon pomeriggio a tutti.
Su ispirazione di Paterson, recensito su Over There, e della mia cara socia Simona
mi è venuta l'idea di provare a scrivere qualcosa oggi, mentre ero in giro.
Non so se definirla poesia, sono più pensieri sparsi, nati sul momento e trascritti ora.
L'ho chiamata "Poesia del mezzogiorno"
Adoro uscire poco prima di pranzo,
fermarmi ai giardini pubblici a leggere.
Osservare la variegata umanità che mi circonda.
Adoro il padre che tiene strette le mani dei suoi piccoli,
per paura che scappino via troppo in fretta e per la voglia
di proteggerli.
Adoro la madre che canta L'uomo Tigre alla sua bimba e
al suo bimbo, mentre loro le fanno eco.
Amo le deliziose insistenze dei bambini,
quel chiedere ancora cinque minuti di gioco all'aria aperta.
Amo osservare l'operaio, che, con la sua schiscetta, si siede
nei tavolini di legno, immersi tra gli alberi e si gode quel momento
di pausa, la primavera e i bambini che giocano.
Amo quegli attimi rubati.
Quei cinque/dieci minuti di lettura, lì, da sola e non da sola.
Come sospesa nel tempo.
Su ispirazione di Paterson, recensito su Over There, e della mia cara socia Simona
mi è venuta l'idea di provare a scrivere qualcosa oggi, mentre ero in giro.
Non so se definirla poesia, sono più pensieri sparsi, nati sul momento e trascritti ora.
L'ho chiamata "Poesia del mezzogiorno"
Adoro uscire poco prima di pranzo,
fermarmi ai giardini pubblici a leggere.
Osservare la variegata umanità che mi circonda.
Adoro il padre che tiene strette le mani dei suoi piccoli,
per paura che scappino via troppo in fretta e per la voglia
di proteggerli.
Adoro la madre che canta L'uomo Tigre alla sua bimba e
al suo bimbo, mentre loro le fanno eco.
Amo le deliziose insistenze dei bambini,
quel chiedere ancora cinque minuti di gioco all'aria aperta.
Amo osservare l'operaio, che, con la sua schiscetta, si siede
nei tavolini di legno, immersi tra gli alberi e si gode quel momento
di pausa, la primavera e i bambini che giocano.
Amo quegli attimi rubati.
Quei cinque/dieci minuti di lettura, lì, da sola e non da sola.
Come sospesa nel tempo.
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