3 anni dalla fine di Fringe - Riflessioni su cinema, serie tv e social network
Tre anni fa finiva quella è la mia serie del cuore, Fringe, che è diventata un cult quando ancora era in onda, non solo perché vi era dietro l'abile mano di quel geniaccio di JJ Abrams (ora alle prese con il suo sogno, Star Wars, solo che intanto sta facendo mille altre cose, compresa la produzione per la HBO, insieme a Jonathan Nolan, della saga della Fondazione di Asimov), ma perché ha saputo porre interrogativi interessanti sulle guerre, sul bene e sul male, sulle scelte delle persone e sulle relazioni interpersonali, in particolare sulle storie d'amore e sui rapporti genitori/figli.
A tre anni dalla fine vi è ancora un gran fermento nel fandom vuoi per quanto ho appena detto, vuoi perché ogni tanto qualcuno del cast fa sentire la sua voce, in ultima Blair Brown, che ha solo spiegato l'ovvio ("E' stata lanciata come una serie su un'eroina donna ed è poi finito per diventare uno show su un padre e figlio"), vuoi perché il finale è insoddisfacente è dire poco.
Prima di continuare avviso che vi saranno presenti SPOILER pesanti su Fringe, quindi chi non vuole sapere non vada avanti.
Come è ben noto il finale è un gruviera privo di fondamento che butta all'aria l'intera struttura narrativa dello show, tirando fuori che un bambino, visto per 4-5 episodi sarebbe stato il vero ragazzo importante della serie e tutto per farsi sezionare e cancellare lui e la sua stessa razza, colpevole di aver invaso il mondo e quindi meritevole di essere cancellata alla radice.
Per come la giri e la volti questo non ha niente a che vedere con il famoso another way che Peter, IL VERO RAGAZZO IMPORTANTE, ha insegnato e con esso la serie stessa.
Di recente un amico mi ha regalato September's Notebook, l'agenda ufficiale di September, l'osservatore interpretato dal grande attore di Broadway, Michael Cerveris (anche lui parla parecchio di Fringe: di recente ha detto: "John Noble, Joshua Jackson e Anna Torv meritavano degli Emmy: è la maledizione dalla fantascienza"), è più che evidente come detto finale sia stato cambiato in corsa per ascoltare i deliri di taluni spostati che minacciarono pesantemente Wyman e Pinkner, showrunner di Fringe, per aver tolto spazio (secondo loro) ad Olivia Dunham, in favore di Peter e Walter Bishop, che di fatto erano comunque sempre stati i veri protagonisti.
In questo articolo, Fox - Qualità costante nel tempo, ho spiegato approfonditamente, con Krishel, le dinamiche di ciò che è successo ai due sceneggiatori e alla serie.
Per farvela breve qui: in pratica la Fox detesta la libertà creativa e adora ascoltare i deliri dei mentecatti che vedono qualcosa e pretendono che debba seguire i loro parti mentali.
Quello che è successo a Wyman e Pinkner non è però un fenomeno di lieve entità, ve ne parlai l'anno scorso: c'è gente che usa i social network per minacciare di morte chi ha visioni diverse dalle proprie.
In questo caso è per una serie tv, non l'unica ad essere presa di mira da questi sociopatici, dato che ogni fandom ha il suo numero di simpaticoni, c'è chi lo fa per il cinema, per un'opinione politica, per il calcio.
E' un fenomeno globale.
Non si salva niente.
Nei giorni scorsi ho letto che Saverio Tommasi, attivista di sinistra, è stato minacciato da un gruppo di persone in maniera reiterata per le sue idee e le sue lotte.
In una prestigiosa università francese la figlia di un miliardario kuwaitiano ha definito "topi di fogna" alcuni ragazzi ebrei, dicendo: "Ho abbastanza soldi da mettervi di nuovo nei forni" e lo ha fatto in maniera reiterata e di persona, venendo espulsa da detta struttura e ovviamente c'è chi ha parlato di libertà d'espressione violata.
Sgombriamo il campo dagli equivoci: internet e i social network non hanno colpe.
La responsabilità è di chi li usa male.
Perché cari miei: la libertà d'opinione non significa poter minacciare di morte e insultare il prossimo.
Non esiste proprio.
Per qualsiasi motivo.
La libertà d'opinione è: io la penso così su questo film/serie tv per queste ragioni e sono di una certa parte politica per altre ragioni. Non è difficile. Ed è anche più sano e costruttivo spiegare perché si ama/non si apprezza una determinata cosa.
Sembrerebbe ovvio dirlo ma non lo è.
Non lo è visto il fenomeno sempre crescente di persone che si danno arie da tuttologi e poi usano mezzucci non proprio corretti per demolire/osannare qualcosa o qualcuno.
Il fenomeno degli haters sta raggiungendo numeri preoccupanti e tutto in nome della libertà d'opinione: non è un po' un ossimoro voler tappare la bocca a qualcuno oppure costringerlo a fare ciò che si vuole in nome della propria libertà d'opinione? A me non sembra libertà questa.
Mi pare delirio di onnipotenza e voglia di sopraffare il prossimo.
Sarà banale ripeterlo però la mia libertà finisce quando inizia la tua e la tua libertà finisce quando inizia la mia.
Ma poi scusate: è necessario stare a parlare per ore ed ore di una cosa che non ci piace?
Anche io non sopporto alcune cose, non solo delle serie tv o di film, ma qualcosa di ben più serio: non sarebbe meglio provare a fare qualcosa di più costruttivo, occupandoci di ciò che amiamo fare per cambiare in meglio questo mondo?
Sono un'illusa?
E' possibile, ma non vedo perché dovrei perdere delle giornate intere ad insultare della gente solo perché scrive o gira cose che non amo.
Onestamente non me ne frega niente. Ho di meglio da fare.
Sarebbe più salutare per tutti evitare risse da bar trasferite sui social.
Auguri a Fringe e speriamo che Abrams faccia uno spin off/sequel in gran segreto, come ha fatto per Cloverfield, in modo da poter lavorare in pace e dare finalmente un degno finale ad una serie, che, per dirla alla Entertainment Weekly: "Ha cambiato il concetto di serie tv!"
Buona settimana e #StillLookingUp come sta "gridando" la Fringe Army su twitter in questi giorni!
Commenti
Sono passati tre anni, ma noi fringie non smettiamo di sperare in un intervento di JJ per sistemare un finale che ha fatto acqua da tutte le parti e che, come sappiamo bene, non è il vero finale.
#StillLookingUp
Spesso stare in un fandom diventa una tortura. Non ne ho mai fatto parte, visto che non ho mai visto la serie né mi interessa vederla, ma so che il fandom Sherlock (serie col Cumberbatch) è di un tossico che manco ingerire una muffa...
@Hakka= sì conosco il fandom di Sherlock, già la serie in se non mi ha fatto impazzire, la trovo molto sopravvalutata, come il suo protagonista, anche se di recente ho recensito lo special di Natale per un sito per cui collaboro e non è stato male, ma il fandom è composto da invertebrati. E conosco l'odio dei trekker verso JJ, dato che mi sono ritrovata nel sito mio e simona, www.overthere.it, una tipa che citava un'amica nella recensione di Star Wars, in cui diceva che insomma JJ è un idiota e non ha serie originali. Chiaramente di JJ non ha visto altro che Star Trek. E mi pare logico considerare un regista solo per due film e non per tutto il suo lavoro precedente, per cui è considerato un genio...