"X-Men - Giorni di un Futuro Passato" di Brian Singer
Regia: Brian Singer
Cast: Hugh Jackman, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Patrick Stewart, Ian McKellen, Nicholas Hoult, Peter Dincklage, Halle Berry, Famke Janssen, Anna Paquin, Kelsey Grammer, Omar Sy, Ellen Page
2014
131 min
RECENSIONE CON SPOILER
Storia particolarmente intricata fin dal trailer che mantiene e supera le promesse. Si parla da tempo di questo film come il migliore cinecomic fatto negli ultimi anni. Non sono così esperta da poter dire se è vero o meno. Posso però dire che nelle mani di Singer gli X-Men mostrano ancora una volta di più la loro complessità e profondità e ben si adatta a loro il detto della Marvel: "Super Eroi con Super Problemi."
Ma veniamo alla trama: siamo in un futuro prossimo, il 2023 per l'esattezza, uno sparuto gruppo di X-Men(tra cui Bobby Drake / Uomo Ghiaccio, Piotr "Peter" Rasputin / Colosso, Lucas Bishop / Alfiere, James Proudstar / Warpath, Roberto Da Costa/ Sunspot, Clarice Ferguson / Blink e Kitty Pryde) riesce a fuggire grazie ai poteri di Kitty, alle letali Sentinelle, create dal governo, che hanno sterminato quasi tutti i mutanti, gli umani che avrebbero potuto generarli e gli umani che li aiutano. Il mondo è una landa desolata ed è governato, per dirla alla Wolverine, dalla feccia dell'umanità.
Allo sparuto gruppo si uniscono Xavier, Wolverine appunto, Magneto e Ororo/Tempesta ai quali viene raccontato come fanno Kitty e i suoi a salvarsi: lei è in grado di proiettare la coscienza di qualcuno nel passato e così avvisa sempre gli altri del pericolo imminente. Xavier ha un'idea: tornare indietro nel 1973 per impedire all'amica Raven/Mystica di uccidere lo scienziato Trask creatore delle Sentinelle. Tale omicidio gettò nel panico i governi di mezzo mondo e li convinse ad attuare il piano di Trask, usando il dna della stessa Raven, dopo aver catturata e resa inoffensiva. Sarà Wolverine a tornare in quell'anno e a dover incontrare Xavier e Magneto, molto diversi da quelli che conosce lui.
Per Wolverine e l'umanità stessa sarà un viaggio molto duro e complicato per tante ragioni:
- Primo Wolverine incontrerà il lato più ombroso del suo amato insegnante: il Charles Xavier che incontra è un relitto umano, dilaniato dai rimorsi e dal dolore, per aver perso Raven, Erik/Magneto e tutti i suoi studenti, un uomo che pare aver perso la speranza ed è diventato un tossicodipendente grazie ad un siero, creato da Hank/La Bestia, che gli permette di camminare, ma gli inibisce i suoi poteri telepatici.
- L'incontro con Magneto non sarà particolarmente semplice per Wolverine. I due si detestano a pelle e del resto si sono sempre combattuti: nessuno dei due pare capace di capire le ragioni dell'altro. E se si ride alla battuta di Wolverine "Allora sei sempre stato stronzo", si ride in maniera amara dato che le accuse di Erik a Charles non erano proprio infondate e lo stesso Professor X sa di aver sbagliato, soprattutto con Raven. Una cosa essenziale degli X-Men è che i torti e le ragioni non sono mai solo da una parte o dall'altra.
- Scelte diverse portano a strade diverse e a conseguenze diverse. Lo diceva Walter Bishop in "Road Not Taken", la strada non presa e sarà curioso vedere dopo la svolta intricata di questo film dove ci porteranno gli X-Men e lo stesso Singer.
- Mi viene da citare una frase: "La paura è la vita per il lato oscuro. La paura porta all'odio. L'odio alla sofferenza" Yoda docet. E qui, in questo film, vediamo come la paura porti sul serio ad una strada terrificante: Trask, lo scienziato, ha paura folle e un odio totalizzante per i mutanti e crea le Sentinelle. Chi legge i fumetti sa che le Sentinelle esistono dal lontano 1965 e sono già particolarmente spaventose in versione cartacea, nei film sono pure peggio, inquietanti e silenziosi robot, votati allo sterminio del futuro della razza umana, non sembrano poter incontrare ostacoli di sorta, persino Magneto è costretto ad arrendersi a loro. Il vecchio Magneto, non il giovane.
Fatte queste premesse ammetto di essermi emozionata molto con questo film proprio perché riuscivo a capire i punti di vista dei vari protagonisti: il dolente e malinconico Wolverine, deciso a tutto pur di cambiare il passato e impedire il futuro da cui proviene, si ritrova di fronte al suo peggiore incubo, Striker e rischia di perdere il controllo più e più volte. Jackman è bravo a dare spessore al personaggio, lontano dai fastidiosi machismi dello spin off a lui dedicati; la furia cieca di Raven contro i nemici dei mutanti, la sua voglia di proteggerli, riflette non poco il suo bisogno di essere protetta, è il grido di dolore di una ragazza che si sente tradita da quello che è e sarà sempre il suo migliore amico, il suo fratello, Charles. Lui le aveva promesso di proteggerla, ma lo ha fatto nel modo peggiore, impedendole di essere se stessa davanti al mondo intero. Jennifer Lawrence, giovane stella del cinema, anche con il trucco, riesce a mostrare il dolore e il grido di aiuto di Raven che, in fondo, non cerca altro di essere capita e la sua scelta, nel finale, è scontata perché ha capito che suo fratello le sarà accanto e si fida di lei, malgrado siano diversi.
Xavier, il professore X, il capo degli X-Men, ci mostra il suo lato più fragile, sprofondato in un dolore che pare senza fine, sembra non avere la forza di tornare se stesso, le droghe sembrano annebbiare quel dolore, in realtà lo amplificano, rendendolo quasi apatico e ci vorrà una scossa violenza di Wolverine e un dialogo davvero molto bello con il se stesso del futuro a far capire a Charles cosa deve fare. James McAvoy, forse il migliore del cast insieme ai due grandi vecchi e alla Lawrence, da prova di una grande performance, mostrando un Charles sempre in bilico, tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, incapace, comunque di venire meno ai suo ideali eppure capace di mostrare alle persone che ama che tiene a loro, anche per questi ideali. Il professor X sta arrivando. Ed è stupendo il duetto tra McAvoy e Stewart, come un giusto scambio di testimone tra i due attori.
Erik/Magneto, il grande nemico degli X-Men, migliore amico/nemico di Charles, pare incapace di dominare la sua rabbia, non riesce a vedere i chiaro scuri, lo dicevamo sopra, eppure il suo amore per i mutanti è sincero, lui sa bene cosa significa sentirsi diverso e il suo discorso al presidente Nixon sul futuro dell'umanità spiazza. Così come spiazza vederlo arrendevole e triste nel futuro, in cui finalmente stringe la mano all'amico. Michael Fassbender è bravo nel dare la giusta dose di carisma, rabbia e forza ad Erik e regge bene il confronto con il Magneto anziano, Ian McKellen, il quale pare, come sempre, divertirsi in un mondo nel ruolo.
Particolarmente struggente l'addio tra i due vecchi amici Erik e Charles: i due, pur essendo tanto diversi, saranno sempre amici. Si era visto già nei vecchi film che Charles attendeva e Erik, dopotutto, non odia totalmente l'umanità, una parte di lui, ha ragione Charles, spera. Saranno amici per sempre, dopotutto.
Piccole note finali: delizioso il cameo di Quick Silver, che speriamo abbia più spazio in futuro. Bel ruolo anche quello di Hank, anche per me merito di Nicholas Hoult. Vediamo cosa combinerà Singer. Per ora posso dire di aver visto il miglior film sui mutanti: Il futuro non è scritto, si può riscrivere, assistiamo ad un reset affascinante che ci spiazza e nel contempo ci libera di Striker (che peccato XD) e ridà Jean Grey ( per fortuna) e se una parte di me tifa per gli X-Men e la voglia di dialogo e pace di Charles, l'altra comprende l'orgoglio mutante di Erik. Aveva ragione Jackman anni fa: loro sono come Martin Luther King e Malcom X.
E ricordiamoci sempre di Darwin e della teoria dell'evoluzione della specie, citata peraltro molto bene da Charles nel primo film degli X-Men:
"La mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni centinaio di millenni l'evoluzione fa un balzo in avanti."
★★★★
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