"A Single Man" di Tom Ford





Regia: Tom Ford
Cast: Colin Firth, Julianne Moore, Nicholas Hoult, Matthew Goode, Jon Kortajarena
Genere: Drammatico
99 min
2009

Erano anni che volevo vedere questo film, ma una parte di me ha sempre avuto paura perché sapevo di quello che trattava e non ero pronta ad affrontare una cosa del genere. Ci sono tanti dolori nella vita e sicuramente la perdita di una persona amata (amante, figlio, genitore, amico: è lo stesso), è uno di quelli più intensi.
Tom Ford, ex stilista di fama mondiale, per il suo esordio alla regia, decide di portare sullo schermo il romanzo “Un uomo solo” di Christopher Isherwood e lo fa con uno stile elegante, sobrio eppure intenso e struggente, ma mai eccessivo o modaiolo come qualcuno si aspetterebbe da uno come lui.

Aiutato da una sceneggiatura scritta da lui e da David Scearce, il film, che si avvale in primis di interpretazione monumentale di Colin Firth, narra una storia molto semplice.
George Falconer (Firth appunto), professore di lettere a Los Angeles omosessuale, ha perso l’uomo che ama, Jim, con cui viveva da 17 anni. Mai accettato dalla famiglia di lui, che lo esclude anche dai funerali, George sprofonda nella disperazione, continuando a recitare una vita che non sente più sua. Alienato, stanco, distrutto, mentalmente e fisicamente, si trascina in un mondo ormai per lui estraneo. Prova ad aggrapparsi a ciò che gli resta: l’amica Charlotte (una straordinaria Julianne Moore) da sempre innamorata di lui e dalla vita malinconica e triste quanto la sua, i ricordi dei momenti felici con Jim, l’incontro casuale con un gigolò e soprattutto il dialogo con un suo giovane studente, Kenny (Nicholas Hoult abbastanza efficace nel ruolo), che pare leggergli nell’animo. 
Tuttavia George sa di essere giunto al capolinea, il suo unico scopo è raggiungere Jim, ha scritto anche delle lettere di addio, lettere che distruggerà alla fine pensando di aver superato il momento, ma il suo cuore deciderà diversamente. 
E’ un film molto amaro, molto malinconico, nonostante qualche spiraglio di sole, si capisce che la storia non andrà oltre questo fatidico ultimo giorno.
Ford per raccontare questo dolore intenso si ispira chiaramente ad uno dei più grandi cineasti viventi dell’oriente, Wong Kar Wai, prendendone in prestito anche il compositore, Shigeru Umebayashi, autore di una delle più belle sonore degli ultimi 20 anni, quella di “In The Mood for Love” di Kar Wai appunto.
E i brani di “A Single Man” ne riprendono lo stile:sobrio, struggente, sensuale, avvolgente.
Lo stile minimalista della pellicola di Ford ricalca non poco quello di “In Mood For Love”, non solo nelle musiche: è una pellicola molto sensuale, emotivamente forte, si percepisce a pelle l’amore intenso che lega Jim a George, eppure tra i due non vedremo che tre baci nell’ombra.
Uno all’inizio, in cui George bacia Jim morto sulla neve in un sogno, il secondo è un bacio rubato e l’altro alla fine quando George morente si vede baciare da Jim che sembra invitarlo a raggiungerlo per star finalmente insieme per sempre, lontani dalla finzione e dalla superficialità di questo mondo che non li accetta per quello che sono.

Una vita straziante quella di George, costretto giorno per giorno, a portare avanti una recita, perché loro devono essere invisibili, non è permesso loro amarsi liberamente, sono tollerati se si nascondono, se uscissero allo scoperto sarebbero perseguitati ed osteggiati.
George, nonostante Kenny gli abbia ridato il sorriso, decide di andarsene, vede e sente la morte come una liberazione dal dolore, dalla finzione, da tutto.
Ford ci lancia un messaggio molto chiaro: la perdita di una persona amata può non lasciare davvero scampo ed è davvero uguale per tutti. Non vi sono sciocche differenze.

★★★

Fonte: Giornale Apollo 



Commenti

Krishel Mir ha detto…
E ora sei tu a commuovere me. La tua chiusura è perfetta.
Di fronte all'amore e al dolore siamo tutti uguali. Quando questo verrà compreso davvero sarà sempre troppo tardi.
Laura ha detto…
Il finale che descrivi è tragico e sembra così ingiusto, ma puoi immaginare quanto profondamente lo comprendo...

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