I grossi limiti delle fiction nostrane



Buon Giovedì!
A laurea conseguita torniamo a parlare un po' di serie tv e facciamo un po' le pulci alle fiction di casa nostra.
Krishel Mir ed io lavoriamo per un giornale nella sezione telefilm e per esigenze lavorative dobbiamo visionare anche alcune fiction nostrane per poterne parlare.
Io non sono affatto un'esterofila, anzi, sono stra-convinta che in Italia di talento ce ne sia eccome tanto in ambito televisivo che cinematografico.
Non sono il tipo che continua a blaterare
"Ah una volta avevamo Mastroianni, la Loren ecc" perché in Italia di attori bravi ce ne sono ancora: vedere Kim Rossi Stuart, Alessio Boni, Luigi Lo Cascio, Maya Sansa, Jasmine Trinca, Giovanna Mezzogiorno, oltre che l'immenso Toni Servillo che il grande pubblico ha scoperto solo ora.
Il problema non è tanto il cinema, quanto la televisione, in mezzo a rare perle (come "Romanzo Criminale", "La narcotici", le prime serie di "Distretto di Polizia", di "Tutti Pazzi per amore" e di "Squadra antimafia") c'è davvero il pattume.
Vi invito a dare un'occhiata in questo sito.
A parte qualche titolo che non pare malaccio (Tipo "le mani sulla città", dove non a caso, c'è Simona Cavallari, protagonista delle prime serie di Squadra Anti mafia), la miseria più totale. Trame scontate e banalissime.
Stupidità a gogò.
Clonazioni mal fatte di serie di successo: vi è infatti "I segreti Borgo Larinci" che altro non è che la copiatura spudorata di "Downton Abbey".
Mi è venuto da piangere poi a leggere la trama della fiction con la Littizetto.
Mi paiono forse guardabili "Il restauratore2" e soprattutto "Non è mai troppo tardi" con Claudio Santamaria, per il resto, ripeto, il vuoto assoluto.
Che tristezza.


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