"La recensione": Speciale Fringe
Buon venerdì a tutti!
Il socio Francesco, la socia Krishel ed io abbiamo scritto una lunga recensione speciale di Fringe.
Qui sotto troverete l'inizio:
Introduzione
Fringe è una serie tv di fantascienza, andata in onda dal 2008 al 2013, creata da J.J. Abrams, Roberto Orci, Alex Kurtzman e scritta da Jeff Pinkner e Joel Wyman, che ha rivoluzionato “il concetto stesso di serie tv” per citare un celebre critico statunitense. In Italia è stata trasmessa su Italia Uno e la quinta e ultima stagione è attualmente ancora inedita.
Fringe, infatti, non era solo un telefilm, ma una vera e propria saga fantascientifica e familiare con un filo conduttore ben preciso che, purtroppo, non sempre è stato rispettato sia dagli scrittori sia da alcuni fan.
Incentrato principalmente sui tre protagonisti:
Peter Bishop, interpretato da un sorprendente Joshua Jackson che, dai tempi di Dawson’s Creek, ha fatto un notevole salto di qualità interpretativa, affrancandosi una volta per tutte, dal clichè che si portava dietro, ovvero “l’attore che faceva Pacey”;
Walter Bishop, interpretato da quel Dio della recitazione chiamato John Noble;
Olivia Dunham, interpretata dalla semisconosciuta e singolare Anna Torv.
La serie non disdegna di approfondire anche i personaggi secondari di notevole fascino e caratura anche per merito dei suoi interpreti.
Le vicende prendono vita dall'incidente al volo 627 per Amburgo che si rivelerà ben presto essere un attentato terroristico ad opera della ZFT.
I membri di questa organizzazione sono convinti che stia per scoppiare una guerra ed usano il mondo come loro laboratorio per difendersi.
Non è ancora chiaro se la ZFT si riferisse alla guerra tra universi oppure alla guerra contro i misteriosi Osservatori.
Nasce così la Fringe Division, per indagare sui casi “ai confini della realtà” riconducibili allo Schema (The Pattern); al comando della speciale divisione della FBI, il Colonnello Philip Broyles, onesto e integerrimo, duro e esigente, capace di incutere timore con quei suoi occhioni di ebano, ma leale e protettivo nei confronti dei suoi subalterni, interpretato da un bravissimo Lance Reddick.
Il socio Francesco, la socia Krishel ed io abbiamo scritto una lunga recensione speciale di Fringe.
Qui sotto troverete l'inizio:
SPECIALE FRINGE
Approfondimento sulla serie creata da J.J. Abrams.
ATTENZIONE SPOILER.
Introduzione
Fringe è una serie tv di fantascienza, andata in onda dal 2008 al 2013, creata da J.J. Abrams, Roberto Orci, Alex Kurtzman e scritta da Jeff Pinkner e Joel Wyman, che ha rivoluzionato “il concetto stesso di serie tv” per citare un celebre critico statunitense. In Italia è stata trasmessa su Italia Uno e la quinta e ultima stagione è attualmente ancora inedita.
Fringe, infatti, non era solo un telefilm, ma una vera e propria saga fantascientifica e familiare con un filo conduttore ben preciso che, purtroppo, non sempre è stato rispettato sia dagli scrittori sia da alcuni fan.
Incentrato principalmente sui tre protagonisti:
Peter Bishop, interpretato da un sorprendente Joshua Jackson che, dai tempi di Dawson’s Creek, ha fatto un notevole salto di qualità interpretativa, affrancandosi una volta per tutte, dal clichè che si portava dietro, ovvero “l’attore che faceva Pacey”;
Walter Bishop, interpretato da quel Dio della recitazione chiamato John Noble;
Olivia Dunham, interpretata dalla semisconosciuta e singolare Anna Torv.
La serie non disdegna di approfondire anche i personaggi secondari di notevole fascino e caratura anche per merito dei suoi interpreti.
Le vicende prendono vita dall'incidente al volo 627 per Amburgo che si rivelerà ben presto essere un attentato terroristico ad opera della ZFT.
I membri di questa organizzazione sono convinti che stia per scoppiare una guerra ed usano il mondo come loro laboratorio per difendersi.
Non è ancora chiaro se la ZFT si riferisse alla guerra tra universi oppure alla guerra contro i misteriosi Osservatori.
Nasce così la Fringe Division, per indagare sui casi “ai confini della realtà” riconducibili allo Schema (The Pattern); al comando della speciale divisione della FBI, il Colonnello Philip Broyles, onesto e integerrimo, duro e esigente, capace di incutere timore con quei suoi occhioni di ebano, ma leale e protettivo nei confronti dei suoi subalterni, interpretato da un bravissimo Lance Reddick.
1-Universi paralleli e linee temporali.
1a- Universi paralleli
Fringe è la prima serie che tratta la tematica degli universi
paralleli in maniera molto scientifica.
Il discorso che viene fatto durante la prima stagione sulle
scelte diverse che portano alla creazione di altri noi stessi ed altri universi
è palesemente ispirato alla fisica quantistica ed alla teoria delle stringhe.
In Fringe vengono esplorati due universi.
Gli esperti della serie usano delle denominazioni particolari:
-Quello d’origine chiamato this side oppure blueverse.
-Quello alternativo viene chiamato other side oppure redverse.
I due universi entrano in rotta di collisione nel 1985 a causa
del rapimento di Peter Bishop alternativo.
Tale rapimento, oltre a gettare nella disperazione la famiglia
del giovane Bishop, causa dei danni terrificanti al redverse.
Le leggi della fisica, per dirla alla Walternate(la versione
alternativa del “nostro” Walter Bishop), diventano dei blandi suggerimenti, le
persone e le case vengono risucchiate dai vortici sempre più numerosi.
Tutto questo convince le autorità del redverse che le persone
del blueverse abbiano dichiarato guerra al loro mondo e così il segretario
della difesa degli Stati Uniti, Walter Bishop, detto Walternativo nella
versione italiana ed appunto Walternate in quella originale, a mandare i
mutaforma nel nostro mondo come spie con lo scopo primario di riprendersi il
figlio rapito.
La cosa affascinante di questo conflitto è che non vi è nessun
reale cattivo, ma solo delle persone con solide motivazioni dietro per agire
come fanno.
Lo spettatore, in origine, vede quelli del redverse come
cattivi, in quando la storia è raccontata dal punto di vista di quelli del
blueverse dove si muovono i tre protagonisti principali Peter, Walter ed Olivia
ed anche i personaggi secondari, ma lentamente scopriamo che i “nostri” hanno
notevoli responsabilità in questa guerra, soprattutto Walter Bishop e William
Bell.
1b- Linee temporali
A partire dalla quarta stagione viene espresso un nuovo
concetto: le decisioni prese non solo creano una realtà alternativa, come
indicatoci nella prima stagione dal “nostro” Walter Bishop, ma anche una linea
temporale alternativa. Il tutto nasce dalla decisione di Peter Bishop alla fine
della terza stagione. Riscrivendo il passato lui, di fatto, crea una nuova
linea temporale e così un nuovo futuro. Questa decisione comporta la
cancellazione dalla linea temporale del giovane Bishop, una conseguenza di un
suo preciso intento nella convinzione che questo possa davvero migliorare le
cose. In realtà si scoprirà che la sua convinzione è totalmente errata. Nella
serie tv questo però non viene spiegato in maniera esplicita, al contrario di
quanto avviene nel fumetto “Beyond the Fringe – Peter and The Machine”, scritto
proprio da Peter in persona ossia Joshua Jackson con la benedizione di Jeff
Pinkner e Joel Wyman, sceneggiatori ufficiali della serie. In tale fumetto è
reso esplicito anche il legame tra Peter e i misteriosi Osservatori.
2- Personaggi e i rapporti umani.
2a- Personaggi principali
-Peter Bishop del redverse. “Il ragazzo importante”. Quello
vero.
Figlio di Walter ed Elizabeth Bishop dell’altro universo, fu
rapito dalla versione alternativa di suo padre che voleva salvargli la vita, ma
poi non ebbe più il coraggio di riportarlo indietro, così lo manipolò
mentalmente e lo sottopose a vari esperimenti.
Il suo Q.I. è di 190,
che è 50 punti in più di quelli necessari per essere definiti geni. Non ha
portato a termine il college, ha condotto una vita da nomade per anni,
svolgendo i lavori più disparati: macellaio, pilota di cargo, ha falsificato
una laurea al M.I.T. dove è riuscito a farsi pubblicare diversi articoli prima
di essere scoperto. Viene “costretto” dall’agente Olivia Dunham a far dimettere
colui che crede essere suo padre dalla clinica psichiatrica Saint Claire ed
entra così a far parte della Fringe Division, come consulente civile per la
Sicurezza Nazionale, rivelandosi, sin dall’inizio, vitale.
Peter è un personaggio molto sottovalutato per il suo essere,
in principio, molto nell’ombra rispetto ad Olivia e Walter, ma chi segue con
attenzione la serie scoprirà che è una caratteristica propria della sua
personalità. In apparenza cinico e distaccato, il giovane Bishop è, in realtà,
molto legato all’uomo, ma soprattutto alla donna che l’ha cresciuto, da cui ha
preso molto.
Ostenta una sicurezza che non gli appartiene, in realtà è
profondamente timido ed è disposto a fare un passo indietro pur di avere la sua
famiglia.
Capace di odiare, ma anche di perdonare, di essere molto
vendicativo e di trovare una via alternativa alla guerra, cova una rabbia terribile
verso l’uomo che credeva suo padre, rabbia che nasconde la sua voglia di avere
uno straccio di rapporto con lui. Quando scoprirà la verità sulla sua esistenza
e il suo mondo di origine, Peter si sente crollare il mondo sotto i piedi e
scappa da tutto e da tutti, come ci viene raccontato in uno degli episodi più
belli della seconda stagione: “Passaggio a nord-ovest”. In questo episodio il
giovane Bishop si trova psicologicamente a confronto con una delle domande
chiave dell’intera umanità: chi sono io? Ci viene mostrato un suo lato fragile
e completamente vulnerabile tanto che non appena incrocia lo sguardo del suo
padre naturale accetta subito il suo invito a tornare a “casa”.
Per il giovane Bishop il concetto di casa diventerà un leit
motiv dell’intera saga di Fringe così come il rapporto con il “padre”.
La relazione tra Peter e Walter è una della colonne portanti
dell’intera serie.
I loro duetti sono memorabili.
Altrettanto importante per Fringe è la sua storia d’amore con
Olivia Dunham nata sia dalla reciproca attrazione sia dal loro incontro di
anime danneggiate da un’infanzia disastrata.
Nella quarta stagione ci viene mostrato come sarebbe stato il
mondo senza di lui e il quadro che ne viene fuori è piuttosto tetro.
Tra le sue citazioni famose
“La realtà è una questione di percezione”
“Se lo puoi immaginare allora è reale”
“Devo credere che esiste un altro modo”
“Di chiunque sia la colpa tu sei mio papà.”
“Se ti guardo negli occhi so che sei tu.”
“Ho passato gli ultimi giorni in compagnia dell’altro Walter di
scoprire che non era l’uomo che pensavo che fosse, ma non sono per niente
stupito di vedere che sei l’uomo che sei.”
-Walter Bishop del blueverse: il dottor Bishop ha un quoziente
intellettivo 196, definito l’Einstein della sua epoca, è un genio in molti
campi, grande amico di William Bell, fondatore della Massive Dynamic, la più
grande multinazionale del mondo.
Durante i suoi studi giovanili insieme a Bell scopre
l’esistenza di un universo parallelo, ne è affascinato, ma, a differenza
dell’amico, non voleva varcare la soglia perché temeva fosse troppo pericoloso.
Tuttavia, quando morì il “suo” Peter e vide che l’altro Peter
rischiava di fare la stessa fine, superò i suoi timori e varcò la soglia.
Famoso per i suoi esperimenti sui bambini e creatore del
cortexiphan insieme a William Bell, il dottor Bishop non varcò solo la soglia
tra gli universi, ma anche di ciò che è lecito e ciò che non lo è.
Il suo rapporto con Peter lo aiuta a cambiare e a diventare un
uomo migliore, un padre migliore ed uno scienziato che usa ciò che sa per il
bene dell’umanità.
Se Peter è sottovalutato come personaggio, Walter, in un certo
senso, non lo è da meno, in quanto molti lo ritengono solo “il buon scienziato
pazzo” stile Doc di Ritorno al Futuro, dimenticandosi troppo spesso le sue
mille sfaccettature e il suo lato oscuro che ricorda non poco quello del
celebre Darth Vader.
La sete di sapere di Walter, infatti, è diventata molto spesso
sete di potere, Walter se ne infischia spesso delle regole, del buon senso e
del normale vivere civile, ciò provoca spesso ilarità nello spettatore comune,
ma quelli più attenti non possono fare a meno di notare come quest’uomo non sia
il giglio che molti ritengono.
Walter non è solo buono oppure solo cattivo.
E’ un personaggio complesso che ha commesso dei veri e propri
crimini, in primis verso la sua famiglia e verso l’altro universo, ma è stato
anche capace di redimersi per amore di Peter.
La nuova linea temporale della quarta stagione ha un effetto
devastante su Walter che si trasforma in un uomo anaffettivo, esageratamente
fissato con l’igiene, che odia se stesso e gli altri.
Quando Peter ritorna egli lo rifiuta non perché non lo
riconosca, anzi Walter dice chiaramente allo stesso Peter ed all’amica Nina che
sa che il ragazzo è suo figlio, ma pensa di non meritare di avere rapporti con
lui e di essere felice.
Sarà la versione alternativa di sua moglie ad aprirgli il cuore
e fargli accettare la verità e ciò lo porterà a tornare ad essere il Walter
delle prime tre stagioni.
Tra le sue citazioni famose:
“Esiste un solo Dio in questo laboratorio e non è il suo”
“La mente è Dio. Non esistono limiti se non quelli che ci
auto-imponiamo”
“Ha dell’LSD? Io adoro l’LSD!”
“Peter tu sei speciale, in un modo in cui nessun altro lo è,
non c’è niente che non farei per te.”
-Walter Bishop del redverse: personaggio secondario rispetto al
suo doppio, egli è comunque il padre naturale di Peter ed è stato il villain
per eccellenza della terza stagione.
Mister Secretary è un uomo che ha molto sofferto a causa del
rapimento del figlio e del disfacimento del suo mondo, diventa pragmatico,
glaciale, dall’ego smisurato e dalla sete di vendetta inestinguibile.
Non si ferma davanti a nulla, neanche davanti alla possibile
morte del figlio che tanto ha cercato, tuttavia basteranno due parole di lui
per aprirgli il cuore.
Personaggio che avrebbe meritato sicuramente maggior spazio,
appare, in pratica, solo 30-40 minuti nella serie, ma lascia comunque una
grande impronta nello spettatore e riusciamo a scorgere in lui non solo la sua
anima nera, nonostante inganni il figlio quando gli parla per la prima volta
della Macchina per distruggere/salvare gli universi.
Citazioni:
“La natura non riconosce il bene ed il male, ma solo equilibrio
e disequilibrio. Io intendo ristabilire l’equilibrio ad ogni costo”
“Niente è come sembra”
“Tu sei esattamente l’uomo che pensavo diventassi”
“L’universo è cambiamento. La nostra vita è il risultato dei
nostri pensieri. Marco Aurelio, il re filosofo che sopravvisse ad una guerra e
passò il resto della sua vita a lavorare per il bene della sua gente. Forse noi
faremo così.”
Olivia Dunham: è un personaggio fragile, tenero, forte e
tormentato. Capace di empatizzare con le vittime, ma anche di essere molto
vendicativa con i criminali e verso coloro che fanno del male a lei ed alle
persone a lei care.
Olivia è una dei bimbi del cortexiphan, la più forte, è un
ottimo agente dell’FBI, completamente dedita al lavoro, sembra essere
anaffettiva, ma in realtà cova un vuoto incolmabile dentro a causa della sua
infanzia infelice e non solo per gli esperimenti subiti.
Legata sentimentalmente all’agente John Scott che muore nel
pilot lasciandole una marea di dubbi e domande insolute, Olivia diventa ancora
più chiusa e non ha molta simpatia per il dottor Bishop, quantomeno all’inizio,
tanto da definirlo “un insopportabile scienziato pazzo” e le cose non
migliorano quando scopre che Walter l’ha usata come cavia da piccola.
Diverso il rapporto con l’amico e superiore Charlie Francis,
suo “fratello” maggiore che le sta vicino in varie modi e con il giovane
Bishop, con cui lentamente svilupperà una storia d’amore basata sulla sincerità
e sulla fiducia reciproca.
Anche per l’agente Dunham si può fare lo stesso discorso di
Peter e Walter, in quanto tale personaggio viene considerato o una santa
immacolata vergine oppure un pezzo di ghiaccio senza sentimenti. Una via di
mezzo pare impossibile da trovare. In realtà Olivia è una donna estremamente
delicata, nonostante la sua corazza da donna dura, che porta addosso le
conseguenze di un’infanzia minata dalle percosse subite dal patrigno. A causa
di questo le diviene difficile fidarsi di chiunque.
Nella nuova linea temporale Olivia perde tutta l’empatia per le
vittime e diventa ancora più chiusa, solo il ritorno di Peter e il loro
progressivo riavvicinarsi la porterà a diventare la donna che era, tanto che
accetterà con coraggio di dimenticare i nuovi ricordi per i vecchi perché “non
mi piacevo com’ero” per usare le sue stesse parole.
Alcuni fan non hanno compreso questa scelta definendola folle
ed insensata, senza neanche capire il cammino del personaggio e la sua volontà
di essere felice e di essere finalmente se stessa senza più odiose maschere.
Citazioni:
“Deve essere sicuramente un rompiballe”
“Cosa ci avete fatto Walter?Cosa?”
“Smettila con queste cavolate alla Yoda e dimmi cosa mi sta
accadendo!”
“Ho pensato a migliaia di ragioni per cui tu debba tornare.
Combattere i mutaforma, stare accanto a Walter, salvare il mondo. Ma in realtà
tu devi tornare perché il tuo posto è accanto a me.”
-Olivia Dunham del redverse: personaggio odiato da molti fan a
causa dello scambio con la “nostra” Olivia e dell’inganno perpetrato nei
confronti di Peter che, all’epoca, era troppo fragile ed insicuro per seguire
il suo istinto e riconoscere che lei non fosse la “sua” Olivia.
Alt Liv/Folivia/Bolivia questi i vari soprannomi che ha l’altra
Olivia, la quale non è un personaggio così cattivo come sembra.
A differenza del suo doppio, Alt Liv ha avuto un’infanzia
relativamente felice, è spiritosa, socievole e molto sicura di se, non ha
problemi ad esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni, vive una
tranquilla relazione con il dottor Frank Stanton, che però tradirà non solo per
seguire il suo mandato come spia nel “nostro” mondo, ma anche perché finirà per
innamorarsi della sua “vittima” e ciò la farà evolvere in maniera positiva.
Il suo innamoramento per Peter inizia a svilupparsi quando lui
le dice che non intende distruggere nessuno dei due universi usando la Macchina
ma che vuole credere che ci possa essere una soluzione alternativa che possa
salvare entrambi.
Questa idea ossessionerà a tal punto Alt Liv da spingerla a
tradire il suo mondo e a mettersi contro Mister Secretary convinta che il
giovane Bishop possa davvero salvare entrambi gli universi.
Dalla sua relazione con Peter nasce Henry, che purtroppo
sparisce insieme al padre alla fine della terza stagione.
La sua evoluzione nella quarta stagione risente parecchio della
nuova linea temporale e se nei primi episodi appare come un’acida gatta, nella
seconda parte della stagione diventa esageratamente stucchevole senza alcun
motivo, così come senza ragione alcuna si sviluppa la sua storia d’amore con il
“nostro” Lincoln Lee.
Citazioni:
“Qualunque cosa sarà di me vorrei che sapessi che è iniziato
come una missione ma poi è diventato qualcosa di più”
“Vivere nei tuoi panni mi ha fatto venire ancora più nostalgia
del mio universo.”
“Ci sono dei lati di te che ammiro e che vorrei avere.”
2b- Personaggi secondari.
-Charlie Francis, interpretato dal grande attore ispanico -
statunitense Kirk Acevedo, Charlie è sicuramente il primo personaggio
secondario che colpisce lo spettatore. Amico ideale, all’apparenza duro, rude,
cinico, non sopporta i riferimenti ad universi paralleli e le stranezze di
Walter. Memorabili gli scambi tra lui e Liv sia in questo universo che
nell’altro dove il suo personaggio acquista notevole spessore per la vicenda
dell’antidoto contro i ragni che si stanno sviluppando nel suo corpo a causa di
un ibrido che infettò anche il suo doppio, ma che guarì.
A proposito del “nostro” Charlie la sua morte è stata la prima
di una serie di morti imbecilli e mal scritte nella serie e lascia un vuoto
incolmabile nei fan.
Purtroppo a partire dalla seconda metà della terza stagione
anche l’altro Charlie perse importanza e finì per sparire di scena.
Citazioni:
“E’ fatto?”(riferito a
Walter Bishop)
“Gli universi paralleli? Ah sì come Dorothy ed il Mago di Oz”
- Astrid Farnsworth, interpretata dalla deliziosa e dolcissima
Jasika Nicole, è l'assistente del Dottor Walter Bishop. Astrid all'inizio si
trova suo malgrado coinvolta nelle folie di Walter e, inizialmente, sembra far
buon viso a cattivo gioco. Man mano che le vicende si susseguono Astrid diventa
un membro effettivo della Fringe Division e, in un paio di occasioni, si
rivelerà cruciale nella risoluzione dei casi: nella terza stagione Astrid
riesce a trovare la chiave di decifrazione della famosa Stazione dei Numeri dei
Primi Nati e, nella quinta, è sempre lei a carpire il segreto celato dietro la
scrittura degli Osservatori. Diventa ben presto la spalla ideale e la migliore
amica che Walter Bishop potesse avere. I siparietti tra Astrid e Walter,
apparentemente incapace di ricordare il suo nome, sono parte integrante della
serie. Nella 4a stagione si troverà a confronto con il suo doppio, una donna
autistica che lavora per la Fringe Division del redverse come addetta
dell'elaborazioni dati di tutti gli eventi e dello smistamento del traffico del
ponte. Come la stessa Jasika Nicole ha
rivelato in alcune interviste, per interpretare il ruolo di autistico si è
ispirata a sua sorella.
-Nina Sharp, interpretata dalla sublime Blair Brown, entra in
scena fin dal pilot e resta un personaggio ambiguo, legata a doppio filo a
William Bell, Walter e Peter Bishop, Nina è una donna capace di fare di tutto
per la Massive Dynamic, anche di calpestare le leggi e le persone, tuttavia ha
un lato umano molto intrigante ed è sempre protettiva nei confronti delle
persone che ama.
Nella nuova linea temporale diventa la “mamma” di Olivia, ma
questo rapporto non convince del tutto lo spettatore, nonostante l’ottima
chimica con la Torv, questo perché Nina, come madre, è poco credibile. Tuttavia
bisogna ammettere che vi sono due momenti in cui si comporta come tale.
La prima volta quando accetta la sofferta decisione di Olivia
di lasciar andare i nuovi ricordi per i vecchi e la seconda quando decide di
sacrificarsi per il bene del Fringe Team nell’ultima stagione.
Citazioni:
“Incoraggia sempre i tuoi figli verso la strada per la felicità
anche se questa li porta lontano da te”
“In definitiva siete voi gli animali”
-William Bell, detto Belly, interpretato dal celebre e grande
Leonard Nimoy, l’uomo dei misteri, dalle mille identità e dall’ambizione senza
freni. Vero “Master of Puppets” di Fringe, Bell sa tutto di tutti: del
redverse, degli osservatori, del legame di Peter con la Macchina e di chissà
cos’altro.
Si crede un Dio molto più di Walter.
Ambiguo fino all’inverosimile, nella prima stagione ha avuto
uno spessore immenso, nonostante non si sia mai visto fino all’ultimo minuto
dell’ultima puntata;, lo vediamo un pò di più nella seconda stagione, in cui
esce di scena magistralmente; il suo personaggio poteva essere un vero
“fuoriclasse”, invece che interpretare un insignificante “Creatore” nel finale
della stagione 4, dopo che nella terza, viene tirato fuori dalla naftalina,
grazie alle discutibili “Calamite dell’anima”.
Citazioni:
“La risposta alla prima domanda è complicata, la seconda è sono
William Bell”
“La stai prendendo meglio di quanto pensassi”
“Non aver paura di varcare il limite”
-Elizabeth Bishop, interpretata dalla meravigliosa Orla Brady,
è la madre per eccellenza di Fringe, donna troppo succube del marito nel
blueverse e donna dal carattere indomito nel redverse, è uno dei personaggi che
lascia il segno nonostante il poco spazio riservatole.
Strazianti gli abbracci con il ritrovato figlio Peter nella
seconda e nella quarta stagione e il dialogo tra lei e il “nostro” Walter nel
nono episodio della quarta stagione.
Citazioni:
“Da qualche parte avresti avuto una vita, solo non qui.”
-Broyles, interpretato dall’ottimo Lance Reddick, il capo di
Olivia, uomo integerrimo nel blueverse, nel redverse acquista più spessore a
causa del rapimento e della conseguente malattia del figlio.
-David Robert Jones, interpretato dal sublime Jared Harris, il
villain per eccellenza della prima e della quarta stagione, diabolico,
perverso, geniale, ma con uno strano codice che gli permette di rispettare i
suoi nemici e di seguire il suo scopo per fini nobili. Ha il poco invidiabile
primato di rimanere ucciso dalla stessa persona per ben due volte, entrambe in
maniera, e uso un eufemismo, stupida, molto stupida.
-Thomas Jerome Newton, interpretato dal sublime Sebastian
Rochè, appare poche volte in scena, ma lascia il segno e che segno, villain
della seconda, riesce ad aprire il varco tra i due universi e permette l’arrivo
di Mister Secretary. Muore suicida. Un altro personaggio dal potenziale
immenso, purtroppo gettato alle ortiche troppo presto, a mio modesto parere.
- Sam Weiss interpretato dal simpatico Kevin Corrigan è un
personaggio che entra in scena quasi come sostituto di Charlie, diventando
subito amico e confidente della “nostra” Olivia dopo l’incidente capitatole
nella seconda stagione. Sam diventa sempre più importante nella terza dove
scopriremo essere l’autore del libro “Il primo popolo” che è legato alla
misteriosa Macchina. Weiss è grande amico di Bell e Nina e pare sapere troppe
cose su Peter e la Macchina.
Nella nuova linea temporale viene citato marginalmente nel nono
episodio della quinta stagione dove si racconta che è stato ucciso in quanto
amico e ribelle del misterioso Donald (alias Settembre).
-Lincoln Lee, interpretato da Seth Gabel, ha forse il difetto
più grave di tutti ovvero non colpisce, sia in negativo che in positivo, non
risulta né antipatico né simpatico sia nella sua versione alternativa che nella
nostra, forse di là è un po’ meno peggio, ma di fatto lascia indifferenti.
Assurdamente assunto al rango di protagonista nella quarta,
dopo la sparizione di Peter, diventa un misto mal fatto tra Charlie e Peter,
con risultati pessimi, anche a causa del suo interprete che proprio non sembra
essere un grande attore.
3- Destino contro libero arbitrio: La Macchina e il
ragazzo importante.
“Significa proprio quello che sembra: mio figlio sarà il
responsabile della fine del mondo” così esordisce Walter Bishop quando rivede
il disegno della profezia che ritrae Peter dentro la Macchina alla fine della
seconda stagione.
In Fringe ogni scelta porta ad una conseguenza sia nel bene che
nel male.
Il destino non è scritto varia a seconda di tali scelte.
Walter voleva sicuramente dire altro con quella sua
affermazione, ma, in effetti, Peter Bishop con la sua scelta coraggiosa di
creare il ponte di guarigione e di pace è stato proprio il responsabile della
fine del mondo.
La sua scelta, infatti, cambia totalmente le carte in tavola, i
nemici diventano amici ed alleati, qualcuno da cui imparare e le sorti dei due
mondi diventano indissolubilmente legate.
Eppure quando l’infernale Macchina apparve mise paura a tutti i
personaggi ed all’intero fandom di Fringe che pretendeva che Peter distruggesse
i “cattivi” del redverse.
La sua scelta colse di sorpresa, una vera vittoria del libero
arbitrio sul destino scritto.
Una delle cose più affascinanti della Macchina è che ispirata
al celeberrimo Die Glock, la Campana, di cui si parlava durante la Seconda
Guerra Mondiale.
Ed in effetti la Macchina somiglia proprio ad una grande
campana medievale e quando Peter vi entra pare tanto il Cristo Crocefisso
quanto l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, segno di una grande conoscenza
storica degli autori.
Conoscenza che viene rimarcata dalla scrittura presente sulla
profezia, una scrittura cuneiforme originaria dell’antica Mesopotamia ed
all’Yiddish.
Tale scrittura è anche
usata dai misteriosi Osservatori i primi a definire il giovane Peter “ragazzo
importante”.
Settembre, Agosto e Dicembre, tre degli Osservatori, durante la
seconda stagione parlano di lui e Settembre arriva a salvarlo da morte certa
insieme a Walter che gli chiese stupito
“Perché ci ha salvati?”
“Il ragazzo è importante: deve vivere”
Questo concetto viene ribadito per quattro stagioni e mezzo, lo
stesso Settembre parlando con Peter nella quarta stagione glielo ripete.
Tale importanza viene ribadita anche dagli stessi autori della
serie che nel documentario “Un mondo senza Peter” del dvd della quarta stagione
sostengono che senza Peter, la “nostra” Olivia rischia la vita, l’altro
universo è caduto nella disperazione e la sua cancellazione ha provocato il
2036 dominato dagli Osservatori.
Ancora una volta una scelta provoca una conseguenza.
4- Gli Osservatori.
La figura dell’Osservatore entra in scena fin dal pilot, ma
solo l’occhio più attento dei fan lo può scorgere, la sua entrata in scena
ufficiale è nell’episodio “E’ arrivato”, il quarto episodio della prima
stagione.
Figure eteree, inquietanti, dotati di poteri incredibili, tra
cui respingere i proiettili e il poter viaggiare, o meglio osservare il tempo,
dal Big Bang al Big Crunch, sono esseri totalmente privi di emozioni e
sentimenti, dalla mente superiore, nati in provetta e sono “una delle tante
evoluzioni della razza umana” citando le parole di Settembre, l’osservatore per
eccellenza.
4a- Settembre
Proprio da lui iniziamo a parlare di questa misteriosa razza
che alla fine della quarta si rivelerà essere il vero nemico.
Come dicevamo gli Osservatori sono, almeno in apparenza, privi
di emozioni, quindi non possono essere propriamente definiti cattivi, ma
neanche buoni.
L’evoluzione di Settembre (interpretato dallo strabiliante
attore teatrale Michael Cerveris) ricorda non poco l’uomo di latta del Mago di
Oz, che nasce senza cuore, dunque senza sentimenti, ma che finisce per
innamorarsi dell’umanità ed in particolare della famiglia Bishop.
Settembre distrae Walternate al laboratorio nel 1985 mentre sta
cercando la cura per il suo Peter ed è costretto a rimediare salvandolo
dall’annegamento insieme al “nostro” Walter al lago Reiden.
Il suo cammino avvince e conquista, purtroppo gli autori non ci
hanno permesso di vederlo tutto ed hanno reso il suo personaggio un po’
stucchevole nel finale a causa di un figlio spuntato dal nulla ed appioppato
come “Il ragazzo importante” allo spettatore meno attento.
Nella sua versione umana Settembre diventa Donald.
Agosto si evolve in maniera simile alle sua e finisce per
morire per salvare l’umana su cui stava vegliando, rendendola così importante.
E sembra essere così per tutti gli altri componenti del team
dei dodici scienziati mandati dal futuro, ignari del reale scopo della loro
missione.
Tra le citazioni di Settembre:
“Il ragazzo è importante deve vivere”
“La tua cancellazione non è stata possibile perché le persone a
cui tieni non hanno voluto lasciarti andare e tu non hai voluto lasciar andare
loro. Voi lo chiamate amore”
4b- Windmark e l’invasione.
Windmark (il grande attore Michael Kopsa), il villain della
quinta stagione, quando entra in scena colpisce per la sua glacialità e il suo
essere realmente privo di emozioni.
Geniale come tutti gli osservatori perde man mani colpi e
diventa sempre più umano, tirando fuori un odio senza freni verso la Fringe Division.
L’invasione degli Osservatori viene citata per la prima volta
nella seconda stagione da un folle colonnello dell’esercito degli Stati Uniti
del BlueVerse, Raymond Gordon che si è accorto di come loro stiano osservando i
punti deboli della razza umana e siano pronti ad usarli.
Il militare non si fa scrupoli ad usare le persone come bombe
umane pur di fermare gli osservatori, ma tutti lo trattano da pazzo.
Gli Osservatori vengono dall’anno 2606 e tornano indietro nel
tempo perché hanno reso inabitabile il pianeta, quello che sconcerta è che
quando invadono il passato, precisamente nell’anno 2015, ripetono gli stessi
errori che li hanno portati alla rovina.
Creati da un misterioso scienziato di Oslo nell’anno 2167 che
credeva che le emozioni danneggiassero l’evoluzione umana, hanno da sempre un
misterioso legame con il giovane Peter Bishop, legame che non è mai stato
spiegato, nonostante i numerosi indizi presenti fin dalla prima stagione e si è
preferito virare sul più facile bimbo santo e perfetto come “ragazzo
importante”.
Questo bambino, che appare nella serie per pochi episodi, non
parla mai, dovrebbe essere empatico, ma è freddo come il ghiaccio, dimostra i
suoi poteri solo una volta contro Windmark ed il suo unico scopo è quello di
farsi sezionare dal suddetto scienziato per fargli capire che emozioni ed
intelligenza possono convivere.
In questo modo gli Osservatori vengono cancellati dal tempo e
questo lascia mille misteri insoluti nella serie.
Non è infatti spiegabile, come Red Peter possa essere nel
BlueVerse insieme a Blue Liv ed alla loro figlia, senza l’intervento di
Settembre che, per “errore”, distrasse il suo padre naturale mentre cercava la
cura per lui. E poco serve tirar fuori la teoria del paradosso dove Peter resta
qui per via dell’amore.
Non è inoltre spiegabile come Walter sparisca dal 2015 per un
fatto avvenuto nel 2036.
E potremmo continuare all’infinito con tutti i buchi lasciati
da un finale stracolmo di emozioni ma povero di contenuti e spiegazioni.
5-Walter Bishop e William Bell
E’ indubbio come William Bell, fin dall’inizio della serie, sia
stato un personaggio importantissimo nell’economia dello show, carismatico,
magnetico, affascinante, da far sobbalzare il telespettatore ogni volta che
veniva nominato, solido e “concreto”, nonostante non si riveli fino al finale
della stagione 1.
Sovente, le indagini della divisione Fringe, portano,
direttamente o indirettamente a vicende riconducibili a qualche vecchio
esperimento di William Bell, o a progetti della Massive Dynamic.
Bell, egocentrico e ambiguo fino all’inverosimile, a mio
modesto parere, è complementare a Walter Bishop, anzi, a voler essere più
precisi, i 3 WB, ovvero William Bell, Walter Bishop e Walternate sono tre facce
di un’unica medaglia:
Walter Bishop, sprezzante scienziato dalla mente di un genio,
incapace ad accettare la morte di proprio figlio, è disposto a danneggiare
irreparabilmente due universi, per rapire un figlio non suo;
Walternate, al contrario, cinico e pragmatico, è disposto a
sacrificare la vita di Peter, e milioni di vite dell’universo blu, pur di
salvare il suo; al pari del suo “doppio”, è un brillante scienziato;
William Bell, collega e amico di vecchia data di Walter, a mio
modo di vedere, è un pò la summa dei due Walter, e dei due ha pregi e difetti:
“Dio è nella scienza”, dice Allistair Peck nell’episodio 2x18 “White Tulip”, ma
sono parole che non sfigurerebbero se pronunciate da “Belly”.
6- Il controverso finale di serie.
Riuscire a riassumere il finale di Fringe è davvero complesso,
ma proveremo a farlo.
Tuttavia occorre premettere che questo finale è riuscito
nell’impresa metafisica di far rimpiangere quello altrettanto trucido di Lost e
che persino nel forum ufficiale Usa di Fringe compare un topic intitolato “Perché
alla maggior parte dei fan non è piaciuto il finale”.
Riassunto di questo finale:
Il famigerato piano anti osservatori consiste nel resettare il
tempo mandando Michael, il famoso bimbo empatico nel 2167 insieme a Walter (che
decide di compiere questo viaggio per espiare), dove incontreranno lo
scienziato di Oslo per impedirgli di creare gli Osservatori, facendogli
sezionare proprio il bambino che, in teoria (molto in teoria), prova vivente
che intelligenza e sentimenti possano evolversi di pari passo.
Walter così azzera il tempo, per amore del figlio e per
regalargli di nuovo sua figlia Etta, cancellando dalla faccia della terra gli
Osservatori.
Cancellando dunque anche Michael, Settembre (padre dello stesso
Michael) e tutti gli altri osservatori “buoni.”
Nel contempo Walter sparisce dal 2015 per aver fatto una cosa
nel 2036 mentre Peter, sempre nel 2015, gioca sul prato insieme a sua moglie
Olivia e sua figlia Etta ignaro di tutto.
Peter troverà un tulipano bianco, simbolo di perdono in Fringe,
nella lettera che il padre gli manda proprio nel 2015 e vedendolo fa uno
sguardo che lascia molto da pensare.
Ecco questo è il finale.
Se non ci avete capito niente non temete: siete in buona
compagnia.
Persino David Fury, uno dei registi di Fringe, ha provato a
spiegarlo senza successo, facendo però intendere che:
6a- La cancellazione degli osservatori è posteriore al 2015,
quindi quello che è avvenuto nelle precedenti tre stagioni è reale.
6b- Ha confermato, in qualche modo, che Peter pare ricordare il
2036, cosa che è stata confermata anche da Joel Wyman.
6c- Wyman ha poi detto che il finale è stato ideato per un
possibile film.
Ok, sappiamo che ora il vostro mal di testa è aumentato a dismisura.
Non preoccupatevi: non siete i soli.
Ora proviamo a dire la nostra:
6d- Nel finale vediamo Red Peter in compagnia della “nostra”
Olivia e della loro figlia: come è possibile? Abbiamo detto che Settembre
distrae Walternate nel 1985, ma nel reset operato dal “nostro” Walter,
Settembre non esiste e quindi tale distrazione non dovrebbe aver avuto luogo.
Ne consegue che Peter dovrebbe essere cresciuto nel suo mondo
d’origine.
6e- Perché un fatto avvenuto nel 2036 causa un paradosso nel
2015? Il futuro non può cambiare il passato: semmai è il contrario. Walter non
dovrebbe diventare un paradosso.
6f- Perché inventarsi che Michael è il bambino importante
quando per quattro stagioni e mezzo è stato chiaro a tutti che lo fosse Peter?
Neanche facendo i salti mortali si riesce a credere che Settembre nel 1985
stesse parlando di Michael e non di Peter.
Non c’è un fan, neanche tra i pochi che sostengono di aver
amato il finale, che sono riusciti a credere a questa storia.
7- La magistrale colonna sonora e le varie sigle.
7a- Composta da Michael Giachino e Chris Tilton la colonna
sonora è uno dei punti forti di Fringe, che, a dimostrazione di quanto fosse
realmente una saga, aveva un tema per ognuno dei personaggi principali.
Vi era infatti il tema di Peter, quello di Olivia, di Walter,
dei due Walter, di Etta, di Walternate ed Elizabeth, il tema d’amore di Peter
ed Olivia chiamato anche “Across The Universe”, vi era anche il tema degli
Osservatori, della Macchina e del funerale di Olivia alla fine della terza
stagione.
Per Peter vi era anche il tema “Vanished Bishop” sempre
riferibile al finale della terza stagione.
7b- Le varie sigle.
Se nelle prime due stagioni la sigla aveva quasi sempre la
stessa grafica blu e lo stesso tema, nell’episodio “Peter”, la grafica cambia e
diventa in stile anni 80 così come la musica.
Nell’episodio “Dall’altra parte”, sempre nella seconda
stagione, la grafica diventa rossa per raffigurare il redverse.
Tale grafica tornerà sempre ogni volta che vi sarà un episodio
ambientato nell’altro universo, questo però fino alla fine della terza
stagione.
Nell’episodio “Missione compiuta” la grafica sarà rossa e blu
contemporaneamente a raffigurare che tale episodio è ambietato in entrambi i
mondi.
Nell’episodio “Il giorno in cui moriremo” vi è una grafica
futuristica di colore grigio per rappresentare al meglio il mondo del 2026.
Nella quarta stagione la grafica sigla diventa di colore ambra
come, specificato chiaramente, e molti fan sostengono che serve a spiegarci che
quella stagione è vista dagli occhi di uno dei “nostri” ambrati dal 2015 al
2036.
Vi è poi l’ultima grafica quella appunto del 2036 molto
futuristica di un blu molto intenso e cupo dove si vede un uomo di spalle (che
molti fan sostengono essere il giovane Peter Bishop) in mezzo a dei fili
spinati e le scritte parlano delle libertà negati dall’anno della dominazione.
8- Conclusione
Fringe è una serie meritevole da svariati punti di vista sia
per la scienza, la fantascienza e per le relazioni interpersonali nate sempre
da piccoli passi e mai da un giorno all’altro.
Anche i villain hanno un notevole fascino ed hanno spesso delle
motivazioni valide per agire come fanno.
Tuttavia non è esente da difetti: troppi misteri lasciati
irrisolti, troppi episodi incentrati sul nulla, su personaggi inutili ai fini
della storia principale. E non sempre la scelta degli attori secondari è
all’altezza di quelli principali.
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