Il Labirinto del Fauno di G. Del Toro






















Il Labirinto del Fauno 

[El laberinto del fauno, Messico, Spagna, USA 2006, Drammatico, durata 114']
Regia di Guillermo Del Toro
Con Ivana Baquero, Doug Jones, Sergi Lopez, Ariadna Gil, Maribel Verdù, Alex Angulo

Mio Voto:  **** 1/2


Mia recensione con spoiler scritti in giallo:
Ho visto questo film, per la prima volta, due settimane fa, ma ho voluto lasciar trascorrere un po' di tempo per rifletterci sopra.
Dico subito che mi sono lasciata fregare dal trailer italiano che lo ha spacciato per il classico film horror un po' fantasy.
La verità è che questo film è molto di più.
Si parte con un prologo nel mondo fantastico e sotterraneo in cui si racconta che la principessa di quel luogo è voluta venire nel nostro mondo, dove ha patito di tutto ed è poi morta, solo che la sua anima, ne era convinto il padre, si sarebbe prima o poi reincarnata..
E poi veniamo catapultati nella Storia con S maiuscola, durante la dittatura di Franco in Spagna, dove una bimba piena di fantasia e di sogni, Ofelia ( eccezionale Ivana Baquero soprattutto perché non è la solita bimba tutta mossettine, urla, sorrisini zuccherosi e fatui, ma una vera bambina, di cui sentiamo nostri sia le sofferenze che i sogni ), la cui madre, Carmen, si è risposata con il capitano Vidal ( perfetto Sergi Lòpez ), un fervente franchista che definire spietato è un complimento.

Difficile, anzi impossibile trovare un lato positivo in questo uomo: cinico, freddo, odioso, arrogante, maschilista, nazista nel senso reale del termine, usa la moglie solo per avere un erede, per il quale non prova comunque un sincero affetto.
Tratta la moglie e la di lei figlia come esseri inferiori, a cui non è concesso niente o quasi, anche nel momento in cui la donna rischierà di morire durante la difficile gravidanza chiederà cinicamente al dottore di salvare il bimbo e non lei perché " lui porterà il mio nome ", quando si dice amore coniugale ed affetto paterno.
All'opposto vediamo i partigiani decisi a conquistare la libertà, anche a costo della vita, eroici, ma mai sopra le righe o irreali, non si può non tifare, la loro pare essere dall'inizio alla fine una lotta suicida e senza speranza anche perché sappiamo bene che la storia non ha premiato, inizialmente, i loro sforzi.
Tra le file di questi c'è Mercedes ( brava e combattiva al punto giusto Maribel Verdú ), che finisce per affezionarsi moltissimo alla piccola Ofelia, la quale sarà sempre più divisa tra la dura realtà che le si para davanti agli occhi e che peggiora di giorno in giorno e il reame fiabesco da cui probabilmente proviene.
Spietato atto di accusa alla guerra, alla dittatura il film non manca mai di rimarcare che solo " chi sa vedere " è in grado di vedere le fate, il Fauno ( complimenti per gli effetti speciali veramente realistici! ) e il mondo fatato.
E' un sogno quello di Ofelia?
La sua realtà diventa ogni giorno più cupa, più atroce, lei proverà a salvare la madre attraverso pratiche magiche, per po' la cosa pare funzionare, dopo arriva il cattivo patrigno che distrugge tutto e la bambina si ritroverà sempre più sola, faccia a faccia con il mostro.
Tragica discesa verso gli inferi di una ragazzina che è lo specchio di una nazione, che però, malgrado tutto non ha perso la speranza e il coraggio di lottare per ciò che è giusto.
Nel drammatico finale Ofelia preferirà morire pur di evitare di prendere poche gocce di sangue dal neo-nato fratellino, gocce che le permetterebbero di tornare a casa, il patrigno non avrà pietà di lei pur di riprendersi ciò che considera una " cosa sua" ( tale considera suo figlio ) , ma egli avrà la sua punizione mentre Ofelia, tragicamente pianta da Mercedes, che l'ha amata e protetta più di sua madre, tornerà nel suo regno di sogni.
Nella storia viene mescolato dramma storico e fantasy, lo si fa in maniera talmente efficace che spesso il Fauno, il grosso rospo,  le fate/cavallette paiono più veri di alcuni personaggi reali, ad esempio Vidal, non tanto per la sua cattiveria ( molto vera purtroppo ) , quanto per il modo in cui riesce a sopravvivere a troppe cose.
Nell'ordine: 3 pugnalate, tra cui due sul petto e una in gola, una ventina di gocce di sonnifero, di cui solo 2 avrebbero steso un cavallo e dopo tutto questo, una bella corsa nel labirinto tanto per gradire.
Questa è l'unica cosa che non mi ha convinto del film, capisco la necessità di far compiere ad Ofelia il suo sacrificio, non capisco l'idiozia di rendere all'improvviso irreale e super potente il cattivo di turno.
Ed ecco perché non gli do 5 stelle.
Per il resto film strepitoso, in bilico, tra sogno e realtà, critica sociale e voglia di sognare che non viene mai meno anche e soprattutto nel dramma.
Qui sotto il trailer


Commenti

Alex Ricci ha detto…
Gran bella recensione Silvia. Un film anche per me sorprendente, che non vidi subito quando uscì credendo che la componente fantasy mi avrebbe deluso (non è un genere che di solito mi entusiasma). Invece è una coinvolgente fiaba nera (forse più adatta agli adulti che ne possono comprendere tutte le tematiche) in cui il mondo sotterraneo non è posticcio, incastrandosi perfettamente con ciò che si svolge in superficie. Da questo punto di vista è anche più efficace delle jacksoniane "Creature del cielo" e "Amabili resti", che comunque ho apprezzato molto. Gran lavoro non solo di regia ma anche di fotografia e costumi. Concordo in pieno con quello che hai scritto sulla recitazione della piccola protagonista. Ciao!

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