L'amico extraterrestre di Gabriele Sannino



Mio Voto 4 stelle su 5.

Mia Recensione

Libro particolare ed affascinante questo terzo romanzo di Gabriele Sannino, che partendo da archetipi tipici della fiaba tocca poi tematiche intriganti e profonde come la spiritualità, il senso della vita e dell'intero universo.
Leggendolo non ho potuto non pensare a Lassù Qualcuno ci Chiama  uno degli albi più belli di Dylan Dog, scritto proprio dal suo grande autore Tiziano Sclavi e disegnato superbamente da Angelo Stano ( la copertina) e Bruno Brindisi ( i disegni interni).
E non ho potuto non pensare anche ad un magnifico e sottovalutato film di Francis Ford Coppola, Un'altra Giovinezza, del 2007.
Una storia magica e tenera quella di Gabriele, che, come dicevamo parte dai classici topos della favola, c'è infatti un bimbo povero e orfano, il quale finisce in un orfanotrofio dopo la tragica morte del padre, unico genitore rimastogli, ma fin dalle prime pagine percepiamo qualcosa di diverso.
Igor, difatti, ha un grande spessore psicologico, non lo vediamo mai eroe a tutto tondo, la morte del padre lo segna giustamente in maniera traumatica e si porterà comunque questo dolore per sempre, lo vediamo rifiutare tale morte all'inizio e solo più avanti accettarla, comunque con estrema difficoltà, perché qualcuno gli ha detto che un giorno rivedrà il padre e la madre in Paradiso.

In orfanotrofio si ritroverà di fronte svariate personalità di adulti e bambini, tra cui un professore buono e colto e un'insegnante malefica ( che fa ricordare non poco la strega delle fiabe), ma soprattutto incontrerà Kriptiko, che come l'E.T. di Spielberg si è perso e vuole tornare a casa.
Tuttavia l'incontro tra i due bambini porterà ad entrambi molto molto altro, essi si avvicineranno lentamente ed è da rimarcare che Igor, così amante delle stelle e così desideroso di conoscere se ci sia vita oltre il nostro pianeta, avrà paura all'inizio sia delle astronavi sia dell'aspetto particolarmente sgraziato del suo nuovo amico.
E la reazione di Kriptiko non sembra poi così diversa, considerando il terrore iniziale che possiamo leggere nei suoi occhi.
I due protagonisti avranno poi la forza di vincere le proprie paure, riconoscendosi prima uguali nella sofferenza per la perdita di persone care e poi aprendosi lentamente il cuore.
I dialoghi tra loro due si faranno sempre più fitti ed appassionanti, la sete di conoscenza di Igor pare infinita, ma ogni tanto sarà di nuovo la paura a farla da padrone.
Il senso ultimo delle cose, la ricerca di un perché divisi tra razionalità e sogni, religiosità e la spiritualità laica sono alla base delle conversazioni tra Igor e il suo amico, un incontro con il "diverso", l'alieno che non è poi così diverso e alieno che ci permette di vedere oltre, di comprendere che il dialogo ci può essere e che razionalità e fantasia non sono affatto in contrasto.
Anzi saranno proprio i due personaggi più razionali a spiegarci che è "La fantasia che muove il mondo".
Ed ecco perché ho pensato al fumetto e al film sopracitati, nel primo si parla spiritualità laica e di religiosità, ma anche di incontro/scontro tra persone di diversa nazionalità, che poco alla volta sapranno capirsi, andando oltre persino alle frasi dette senza pensare, il secondo, il film, parla invece del senso ultimo delle cose, della sete infinita di sapere che è insita in ogni uomo.
Sinceramente non so se Gabriele conosca questo fumetto e questo film, la cosa non è poi così importante, quello che io ho amato di più del suo libro è che si è tornati a scoprire il senso vero della favola, che attraverso varie simbologie e conversazioni profonde scritte con un linguaggio molto semplice, permetta di parlare di qualunque cosa ai bambini, i quali, a differenza di quello che molti pensano, sono in grado di comprendere, basta saper loro spiegare le cose, senza voler usare per forza un linguaggio "intellettuale".
Gran bel libro, lo consiglio ai genitori ed agli insegnanti.


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