"Uomini di Dio" di Xavier Beauvois
Uomini di Dio
[Des hommes et des dieux , Francia, 2010, Drammatico, durata 120'] Regia di Xavier Beauvois
Con Lambert Wilson, Michael Lonsdale, Olivier Rabourdin, Roschdy Zem, Jacques Herlin, Sabrina Ouazani, Goran Kostic, Philippe Laudenbach, Xavier Maly.
Mio Voto: 3 Stelle e Mezzo
Mia Recensione con spoiler:
Ho recuperato questo film sempre grazie al Cineforum del mio paese.
Mi aspettavo un film stracolmo di retorica su uomini tutti d'un pezzo, che fanno, dicono e pensano la cosa giusta.
Grazie a Dio non è stato così.
Particolare abbastanza curioso questo film ha in comune due cose, con "L'uomo che verrà" di Giorgio Diritti:
1-Racconta la vita semplice e vera di un villaggio senza nessuna retorica e nessun buonismo, mostrando i lati umani e fragili di ogni singolo personaggio.
2-Vi è un forte messaggio di pace e speranza, malgrado la tematica dura e la violenza.
Tuttavia è meglio andare con ordine.
Questa pellicola di Xavier Beauvois, che ha ricevuto giustamente il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2010, racconta la storia di un gruppo di monaci trappisti di un piccolo villaggio dell'Algeria, poco dopo l'annullamento delle elezioni del 1991 .
La tensione, venutasi a creare per quell'evento, sfocerà in una sorta di guerra civile tra governo corrotto e terroristi, con la popolazione nel mezzo.
E questa è la differenza fondamentale tra questo film e quello di Diritti se i partigiani del suo film, avevano commesso qualche atrocità, non mancavano comunque di proteggere la povera gente, il loro scopo primario era liberare l'Italia dal fascismo e dall'invasore straniero, qui è difficile trovare qualche serio idealista tra coloro che combattano il governo corrotto, anche perché, viene da chiedersi cosa serva sterminare gli stranieri.
Va da se che per fortuna il film non è un attacco all'Islam, anzi il regista ha il coraggio di mostrarci la vera essenza dell'Islam, facendo una netta divisione tra veri musulmani e terroristi, l'Islam vero è una religione di pace, di rispetto reciproco e di saldi principi morali, il primo dei quali è non uccidere perché secondo il Corano, come ci racconta un Iman, "Chi uccide va all'inferno".
E ricorda come in Europa si combatta per avere il velo, mentre da loro la gente comune, anche se molto credente, non lo vuole.
Per i musulmani moderati, anzi per i veri musulmani, i terroristi non hanno mai letto il Corano e non lo rispettano.
Viene proprio da credergli considerando l'affetto e la stima reciproci che nascono tra i frati trappisti e la comunità musulmana, un affetto sincero, leale, i primi arrivano ad imparare il Corano, mentre la comunità musulmana li invita sempre alle loro feste, lavora con loro, compra il loro prodotti, li considera il proprio punto di riferimento.
E' bellissimo come i frati non si sentano mai superiori alla gente del villaggio, al contrario, li considerano i loro fratelli, c'è uno scambio vicendevole, sul totale ed assoluto piano di parità.
In questo clima idilliaco, eppure molto realistico e veritiero(bellissime le scene del mercato del villaggio in mezzo al quale c'era la bancarella dei frati: era un favoloso miscuglio di etnie e colori), arrivano il governo corrotto e i terroristi.
Un governo corrotto frutto della scellerata politica coloniale della Francia che ha devastato il paese in tutti i modi possibili e immaginabili, lasciandolo nella povertà più assoluta e fomentando, con i suoi crimini, il terrorismo.
L'unica cosa giusta che dice il prefetto corrotto durante il film è infatti "La colpa è del colonialismo europeo".
Detto questo, comunque, i terroristi si dimostreranno più umani del governo e dell'esercito "regolare" dato che quantomeno, avranno una sorta di strano rispetto per la comunità dei frati trappisti.
Ora però parliamo di loro.
Nove frati, ognuno diverso dall'altro.
Abbiamo Christian che sente su di se la responsabilità di essere il padre superiore ed è quindi costretto, a volte, a celare dubbi e paure, che vengono fuori nelle sue camminate solitarie sotto la pioggia.
Poi il c'è Fratel Luc, che fa da medico a tutti quelli che arrivano al convento, senza chiedere mai cosa facciano e chi siano, lui pensa solo a guarire le ferite del corpo e dell'anima, difatti da lui vanno a confidarsi diversi ragazzi e ragazze.
Spiccano poi il fratello più anziano, fratel Amedè, che aiuta come può Luc nel suo difficile compito e spinge sempre il gruppo alla riflessione e Fratel Michel(mi pare sia lui), quello che si farà prendere da mille angosce nel momento più difficile, insieme ad altri, arrivando a rischiare di perdere la fede.
Ma alla fine tutti e nove i frati dimostrano di avere paura, chi in un modo, chi in un altro, sono tentati di andare via, di mettersi al sicuro e chi potrebbe dar loro torto?Io non mi sentirei di accusarli di vigliaccheria, proprio no, solo di legittima voglia di vivere.
E quando sceglieranno di restare, di non abbandonare la propria gente, sarà una scelta che è arrivata dopo mille sofferenze, notti in bianco, dopo aver visto varie volte in faccia la morte, in mille modi diversi.
Sette di loro saranno rapiti e barbaramente uccisi, in nome dell'odio, ma fino alla fine ricorderanno che l'Algeria è pieno di belle persone e l'Islam vero non c'entra con i terroristi.
Un messaggio bello, difficile anche per me, non lo nego, anche se ho diversi amici musulmani che sono simili alla gente del villaggio, a volte ho avuto timore che l'Islam moderato non esistesse, poi sento le voci di queste persone, le loro idee, sento le musiche che ci suonò un Iman in università e allora penso: ha ragione Fratel Christian.
L'Islam vero è religione di pace, è amore.
E possiamo essere tutti fratelli, religiosi e non, credenti(di tutte le fedi ndr) ed atei anche e soprattutto in nome della diversità.
L'unico difetto che mi sento di trovare a questo film è che po' ridondante, prima del rapimento, il lungo primo piano su tutti i frati, durante l'ultima cena insieme, ma credo sia stato giusto farlo così: è uno struggente e sereno commiato dei protagonisti.
Da rimarcare la colonna sonora, soprattutto i canti gregoriani cantati dai frati veramente di atmosfera che rendono al meglio la fede profonda e sincera di questi uomini in Gesù Cristo, che, attraverso questi canti, pare accompagnarli sempre con il suo amore.
Molto azzeccata la scelta anche della musica durante l'ultima cena insieme, ovvero "Il lago dei cigni" di Tchaikovsky.
[Des hommes et des dieux , Francia, 2010, Drammatico, durata 120'] Regia di Xavier Beauvois
Con Lambert Wilson, Michael Lonsdale, Olivier Rabourdin, Roschdy Zem, Jacques Herlin, Sabrina Ouazani, Goran Kostic, Philippe Laudenbach, Xavier Maly.
Mio Voto: 3 Stelle e Mezzo
Mia Recensione con spoiler:
Ho recuperato questo film sempre grazie al Cineforum del mio paese.
Mi aspettavo un film stracolmo di retorica su uomini tutti d'un pezzo, che fanno, dicono e pensano la cosa giusta.
Grazie a Dio non è stato così.
Particolare abbastanza curioso questo film ha in comune due cose, con "L'uomo che verrà" di Giorgio Diritti:
1-Racconta la vita semplice e vera di un villaggio senza nessuna retorica e nessun buonismo, mostrando i lati umani e fragili di ogni singolo personaggio.
2-Vi è un forte messaggio di pace e speranza, malgrado la tematica dura e la violenza.
Tuttavia è meglio andare con ordine.
Questa pellicola di Xavier Beauvois, che ha ricevuto giustamente il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2010, racconta la storia di un gruppo di monaci trappisti di un piccolo villaggio dell'Algeria, poco dopo l'annullamento delle elezioni del 1991 .
La tensione, venutasi a creare per quell'evento, sfocerà in una sorta di guerra civile tra governo corrotto e terroristi, con la popolazione nel mezzo.
E questa è la differenza fondamentale tra questo film e quello di Diritti se i partigiani del suo film, avevano commesso qualche atrocità, non mancavano comunque di proteggere la povera gente, il loro scopo primario era liberare l'Italia dal fascismo e dall'invasore straniero, qui è difficile trovare qualche serio idealista tra coloro che combattano il governo corrotto, anche perché, viene da chiedersi cosa serva sterminare gli stranieri.
Va da se che per fortuna il film non è un attacco all'Islam, anzi il regista ha il coraggio di mostrarci la vera essenza dell'Islam, facendo una netta divisione tra veri musulmani e terroristi, l'Islam vero è una religione di pace, di rispetto reciproco e di saldi principi morali, il primo dei quali è non uccidere perché secondo il Corano, come ci racconta un Iman, "Chi uccide va all'inferno".
E ricorda come in Europa si combatta per avere il velo, mentre da loro la gente comune, anche se molto credente, non lo vuole.
Per i musulmani moderati, anzi per i veri musulmani, i terroristi non hanno mai letto il Corano e non lo rispettano.
Viene proprio da credergli considerando l'affetto e la stima reciproci che nascono tra i frati trappisti e la comunità musulmana, un affetto sincero, leale, i primi arrivano ad imparare il Corano, mentre la comunità musulmana li invita sempre alle loro feste, lavora con loro, compra il loro prodotti, li considera il proprio punto di riferimento.
E' bellissimo come i frati non si sentano mai superiori alla gente del villaggio, al contrario, li considerano i loro fratelli, c'è uno scambio vicendevole, sul totale ed assoluto piano di parità.
In questo clima idilliaco, eppure molto realistico e veritiero(bellissime le scene del mercato del villaggio in mezzo al quale c'era la bancarella dei frati: era un favoloso miscuglio di etnie e colori), arrivano il governo corrotto e i terroristi.
Un governo corrotto frutto della scellerata politica coloniale della Francia che ha devastato il paese in tutti i modi possibili e immaginabili, lasciandolo nella povertà più assoluta e fomentando, con i suoi crimini, il terrorismo.
L'unica cosa giusta che dice il prefetto corrotto durante il film è infatti "La colpa è del colonialismo europeo".
Detto questo, comunque, i terroristi si dimostreranno più umani del governo e dell'esercito "regolare" dato che quantomeno, avranno una sorta di strano rispetto per la comunità dei frati trappisti.
Ora però parliamo di loro.
Nove frati, ognuno diverso dall'altro.
Abbiamo Christian che sente su di se la responsabilità di essere il padre superiore ed è quindi costretto, a volte, a celare dubbi e paure, che vengono fuori nelle sue camminate solitarie sotto la pioggia.
Poi il c'è Fratel Luc, che fa da medico a tutti quelli che arrivano al convento, senza chiedere mai cosa facciano e chi siano, lui pensa solo a guarire le ferite del corpo e dell'anima, difatti da lui vanno a confidarsi diversi ragazzi e ragazze.
Spiccano poi il fratello più anziano, fratel Amedè, che aiuta come può Luc nel suo difficile compito e spinge sempre il gruppo alla riflessione e Fratel Michel(mi pare sia lui), quello che si farà prendere da mille angosce nel momento più difficile, insieme ad altri, arrivando a rischiare di perdere la fede.
Ma alla fine tutti e nove i frati dimostrano di avere paura, chi in un modo, chi in un altro, sono tentati di andare via, di mettersi al sicuro e chi potrebbe dar loro torto?Io non mi sentirei di accusarli di vigliaccheria, proprio no, solo di legittima voglia di vivere.
E quando sceglieranno di restare, di non abbandonare la propria gente, sarà una scelta che è arrivata dopo mille sofferenze, notti in bianco, dopo aver visto varie volte in faccia la morte, in mille modi diversi.
Sette di loro saranno rapiti e barbaramente uccisi, in nome dell'odio, ma fino alla fine ricorderanno che l'Algeria è pieno di belle persone e l'Islam vero non c'entra con i terroristi.
Un messaggio bello, difficile anche per me, non lo nego, anche se ho diversi amici musulmani che sono simili alla gente del villaggio, a volte ho avuto timore che l'Islam moderato non esistesse, poi sento le voci di queste persone, le loro idee, sento le musiche che ci suonò un Iman in università e allora penso: ha ragione Fratel Christian.
L'Islam vero è religione di pace, è amore.
E possiamo essere tutti fratelli, religiosi e non, credenti(di tutte le fedi ndr) ed atei anche e soprattutto in nome della diversità.
L'unico difetto che mi sento di trovare a questo film è che po' ridondante, prima del rapimento, il lungo primo piano su tutti i frati, durante l'ultima cena insieme, ma credo sia stato giusto farlo così: è uno struggente e sereno commiato dei protagonisti.
Da rimarcare la colonna sonora, soprattutto i canti gregoriani cantati dai frati veramente di atmosfera che rendono al meglio la fede profonda e sincera di questi uomini in Gesù Cristo, che, attraverso questi canti, pare accompagnarli sempre con il suo amore.
Molto azzeccata la scelta anche della musica durante l'ultima cena insieme, ovvero "Il lago dei cigni" di Tchaikovsky.
Commenti
L'Islam è una religione di pace, scrivi. Vero, nulla da dire.
Però a parole tutte le religioni sono religioni di pace... ma tutte si dichiarano come l'unica vera religione, sottintendendo che tutte le altre religioni siano sbagliate, quindi vadano combattute.
E questo vale per l'islam, per il cristianesimo, per l'ebraismo, per l'induismo e per tutte le altre religioni.
Insomma... la sostanza è che le varie religioni sono sì religioni di pace... di pace eterna per chi appartiene alla religione "sbagliata"...
Saluti,
Mauro.
E anche la Bibbia parla di amicizia con altri popoli, per esempio, in un salmo viene detto che Dio si ricorderà dell'Egitto e di Babilonia come coloro che lo hanno riconosciuto.
Poi è chiaro, a tutti i libri delle religioni si può far dire tutto e il contrario di tutto, ma resto sempre dell'idea di Giovanni XXIII "Cerchiamo ciò che ci unisce e non ciò che divide" che penso che si possa interpretare anche come "Non mettiamoci in cattedra, abbiamo tante cose in comune, non facciamoci guerra"... che devo farci?Sono un'inguaribile ottimista.
@Cavalier Amaranto= Sono contenta che vuoi vederlo!Fammi sapere!
complimenti per il restyling del blog!
baci,
Madda
E grazie per i complimenti^_^ per il restyling!
Baci, Silvia
http://www.film.tv.it/film/42438/uomini-di-dio/opinioni/562435/
Un saluto e buone visioni