"Un'altra giovinezza" di Francis Ford Coppola
Titolo originale: Youth Without Youth
Nazione: U.S.A.
Anno: 2007
Genere: Romantico, Thriller
Durata: 121'
Regia: Francis Ford Coppola
Cast: Tim Roth, Alexandra Maria Lara, Marcel Iures, Bruno Ganz, Zoltan Butuc, Mirela Oprisor, Adrian Pintea, Dan Sandulescu, Theodor Danetti, Mircea Albulescu, Gelu Nitu
Voto ****
Mia Recensione con spoiler
Questa recensione la potrete benissimo chiamare: il film di Silvia sul film di Coppola...
Amo moltissimo i film che fanno ragionare, che pongono domande, che lasciano dentro un mare di angosce, speranze, emozioni.
Ringrazio Valerio per avermi fatto venire ancora più voglia di vederlo e la sua stupenda recensione che mi ha aiutato non poco a comprendere varie chiavi di lettura: Commento di Valerio a "Un'altra Giovinezza"
Qualcuno ha parlato di un viaggio del grande regista, tra i suoi miti letterari, la sua voglia di reinventarsi, qualcun altro parla di filosofia, di domandone, le famose domandone con D maiuscola("Chi siamo?Da dove veniamo?Dove stiamo andando?"), che tutti, chi più, chi meno, ci siamo fatti, magari non con gli stessi termini, magari usando mille risposte diverse, ma la sostanza non cambia.
Io credo che abbiano ragione tutti, come ha detto qualcuno questa pellicola ha diverse chiavi di lettura, elencarle tutte ci vorrebbero anni, tuttavia voglio provare a farlo.
La chiave di lettura personale: lo zio Francis(scusate se mi permetto questa libertà infantile) viene da un percorso cinematografico che nessun cinefilo può scordare, è un gigante del cinema, ha creato una delle saghe più belle della storia(Il padrino), ha mostrato la guerra per quella che è, senza fronzoli o maschere, svelando il volto più disumano dell'uomo(Apocalipse Now), ha reinventato il mito del Vampiro(Dracula di Bram Stoker)molto molto prime delle saghe insulse in voga in questi anni, dando un volto umano al non umano per eccellenza. Curiosità nello stesso periodo anche un altro gigante del cinema(Neil Jordan)fece la stessa cosa: difficile dire se sia più bello "Dracula" o "Intervista con il Vampiro", di certo colpiscono entrambi il segno e reinventano veramente la leggenda.
Non c'era sicuramente bisogno di dire tutto questo, lo so, ma se l'ho fatto c'è un motivo: lo zio Francis è partito con film epici e roboanti, con grande importanza ai dialoghi(interminabili in certi momenti, siamo onesti, anche stupendi) e ai personaggi niente da dire, poi ha scelto una strada diversa, si dice che è stato "Un'altra giovinezza" la chiave di svolta, io dico che tutto nasce dagli anni 90, dal suddetto Dracula, ancora storia epica, eppure c'era qualcosa di intimistico mai visto(nel suo cinema) prima, dialoghi sussurrati, paure nascoste.
Cuore di Tenebra di "Apocalispse Now" di aveva mostrato il male dell'uomo, ora il regista sembra voler esplorare tutto l'animo umano.
Il principe Vlad è alla ricerca dell'amata, ma forse anche di se stesso, chissà?Dominic di "Un'altra giovinezza" sta scrivendo un libro che, come dicevo sopra, pone le famose domandone con D maiuscola "Come e dove nato il linguaggio e il concetto di tempo", una follia, una megalomania o un bisogno dell'anima?Forse tutte è tre le cose. Sete di sapere, sete di potere, nutrimento dell'anima per sapere chi siamo davvero.
Sono forse le domande che si pone anche Coppola?Il suo cinema ora è diverso, c'è chi parla di un regista finito, senza accorgersi che lui vuole avere solo il sacrosanto diritto di reinventarsi e di rinascere, senza dover sentire il peso dei suoi filmoni, ma solo usandoli come spunto per qualcosa di nuovo?
Mi viene da pensare che "Un'altra giovinezza" nasca da mille incontri reali, non solo dal suo passato cinematografico, sappiamo tutti che ha, tra suoi amici, diversi grandi registi che, come lui, hanno toccato tematiche forti e anche simili e non dimentichiamoci di sua figlia(che peraltro meriterebbe un discorso a parte): il mito dell'eterna giovinezza; l'immortalità; la passione violenta, struggente, proibita; la sete di potere e di sapere; la teoria del doppio; l'amore che vince sulla morte e sulla voglia di dominio; il male che nasce dal volere qualcosa di nobile e poi i dialoghi intimistici, brevi quasi ungarettiani, sussurrati nell'ombra tra i personaggi, non più roboanti(e splendidi sia chiaro) in mezzo alla giungla("Adoro l'odore del napalm la mattina") o lunghissimi(ribadisco splendidi)
La telecamera sembra davvero ferma, (come ha già avuto modo di dire Valerio), come se indugiasse sui volti, sui momenti, sulle ombre che a volte paiono angeliche a volte mostruose, quasi un riflesso dell'anima di Dominic o di Veronica della loro ricerca del passato, della loro voglia disperata di stare insieme e dalla loro impossibilità di farlo.
Coppola non ci spiega tutto, alcune cose restano insolute, come il finale ambiguo dove compare la rosa che sembra un regalo di Veronica, che peraltro dovrebbe essere altrove.
Chiave di lettura filosofica, che peraltro si lega a quella personale: ho da poco saputo che tale pellicola è tratta da un romanzo di un allievo di Jung... beh anche questo è un simbolo del cambiamento di Coppola, della sua voglia di sfidare le convenzioni ed anche se stesso, fino al limite e magari anche di superarlo questo limite?
Dopotutto il dialogo tra Dominic e il suo doppio sembra quasi un rimprovero a se stesso, a non voler a tutti costi superare certe barriere(proibite?Chissà...)... forse perché barriere morali invalicabili(lui cattolico figlio di cattolici), si segue a ritroso, con passione e brama, il viaggio di Dominic e Veronica nel passato remoto per scoprire il primo linguaggio, che per lui(e non solo per lui)è la chiave o forse il primo pezzo di puzzle per scoprire "Chi siamo?Da dove veniamo?"e magari anche il resto...
Ma parlavamo di Jung, che come è noto fu l'allievo prediletto di Freud, il padre della psicanalisi, i due erano amici, colleghi, condividevano molte teorie, per chi non lo sapesse "psicanalisi" significa "studio dell'anima", Jung e Freud litigarono perché il primo voleva studiare a fondo il secondo, facendogli domande scomode, Freud non voleva scendere dal piedistallo dagli occhi dell'allievo(che invece si era lasciato studiare)e proprio così facendo scese da quel piedistallo, per Jung non era più il mito, ma solo il maestro( a cui essere grato sì)che era anche lecito contraddire, per reinventarsi e esplorare nuove teorie, nuovi voli pindarici.. come Coppola con se stesso "sempre grato al mio vecchio io, mi riconosco, però voglio andare avanti e vedere altro, rischiando di mio", non sono parole del regista italo-americano eh, tuttavia credo le abbia pensate.
Chiave umana(anche se non so se è la parola giusta): la storia di Dominic affronta tematiche già viste sì, però mai banali(usate anche da filmacci ahimè), tra le varie cose, spunta anche la depressione, che percuote quasi sempre il suddetto protagonista, che va spesso vicino al suicidio per la paura di sentirsi inutile e fallito, in una società dove se "non hai fatto le cose per bene" sei sbagliato, fallito, inutile, Coppola ci fa riscoprire il volto umano dell'uomo, scusate il gioco di parole, dove le pur grandi e sacrosante domande della vita perdono di significato davanti alla prospettiva della sofferenza e della morte inflitte alla persona amata Veronica, la quale, a sua volta, pur di vedere il sogno dell'amato realizzato, è disposta a tutto.
Amore con la A maiuscola, non spingersi troppo in là anche con la ragione, quasi di nuovo un monito dell'uomo Coppola "Fin dove può spingersi la sacrosanta sete di sapere prima di diventare sete di potere?E' sempre nutrimento dell'anima, di sapere chi siamo oppure voglia di padroneggiare il mondo?".
Chiave Storica, breve ma da sottolineare: splendida l'idea di non far schierare con nessuno, durante la guerra, il protagonista, che braccato da tutti per i suoi poteri e la sua "anormalità" decide di pensare a se stesso, alla sua vita e al suo sogno.
Me lo sono sognato o l'agente americano era Matt Damon?
Sublimi e intensi i due interpreti principali, Tim Roth, che si sdoppia anche mostrandoci il lato demoniaco(ma lo è davvero?Alcune sue iniziative e domande sono più che lecite)di Dominic, eppure colpisce di più quando è il dolente reale Dominic, in un'interpretazione sussurrata, fatta di sottrazione; e Alexandra Maria Lara la quale scivola lentamente nel ruolo di Veronica, diventando più lei l'alter ego del protagonista, che non il suo doppio.
Trailer:
Commenti
Valerio (spopola)
Non pretendo di riuscirci, ma mi piace provare a farlo.
Di questo film ci sono ancora tante cose che mi frullano nella testa, prima o poi lo rivedrò e magari farò un altro commento.
Debbo ammettere che sono ancora affascinata dal finale, tra le tante
Madda
E il resto del mio discorso su tale film ;)che ne pensi?
Ti svelo un piccolo segreto. Il mio ambito sono le teoriche del cinema e il suo rapporto con le arti visive. Sicura di volerti impelagare in questa cosa? Io forse preferisco continuare a trattare di pseudo-moda!
hihihihi
Secondo me è possibilissimo dare una risposta sul dilemma di cosa sia meglio tra Dracula e Intervista col vampiro (col è un'orribile parola).
Non trovo paragone.
Comunque non vedo tanti film all'anno, mi piace centellinare le cose, come un buon vino