Capitolo 3 de "La Luna Oscura del Neckar"

Una mano leggera gli sfiorò la fronte, era stato un tocco lievissimo, appena appena accennato.
Il suo padrone era già rientrato e lo voleva prendere di nuovo?
Un altro tocco stavolta più dolce.
Non riusciva a capire: chi lo accarezzava così?
Era davvero Ernst?
Oppure… oppure… Gertrud aveva preso di nuovo il coraggio a due mani ed era venuta a consolarlo con la sua meravigliosa e tenera presenza? Sì, forse era lei, così almeno poteva chiederle perdono per non averla difesa in maniera adeguata.
Aprì gli occhi di scatto, ma non vide che due occhi verdi come il mare calmo della sera, il mare che si può vedere solo al Sud, nella terre di Samel, uno dei regni più belli dell’ex impero di Karja. Ma perché non riusciva a vedere nient’altro?
“Chi… chi siete?”
“Non abbiate paura, mio principe…”
La voce che aveva parlato era tenera, quasi come i tocchi di poco prima, ma era davvero impossibile capire se fosse la voce di uomo o di una donna… stava forse impazzendo così tanto da iniziare ad avere le visioni?
“Come sapete che sono un principe?”
“Una persona con il viso e gli occhi come i vostri non può che essere un principe…”
“ E voi siete forse un angelo?”
Il misterioso essere si concesse una breve risata.
“ Sì, voglio essere il vostro angelo, mio principe…”
“ E perché? Che ho fatto per meritarmelo? Per colpa del mio orgoglio è persino morto uno dei miei più cari amici…”
“ Non è colpa vostra e lo sapete bene, solo che le persone generose come voi ritengono di avere tutte le colpe del mondo e invece se non fosse per voi, il mondo sarebbe pieno di malvagità..”
“Io generoso?”
Questa volta fu Ludvig a scoppiare a ridere.
“Sì, siete generoso e ancora non sapete fino a che punto, mio principe”

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