I miei ideali ci sono ancora ma non trovo nessuno in cui identificarmi
Buonasera a tutti.
Lo so, malgrado le promesse continuo a latitare.
Purtroppo da quando scrissi l'ultima volta, ho avuto un nuovo ricovero con annessa operazione, che dovrebbe darmi le risposte su quale sia la mia malattia e la conseguente cura.
Qualche anno fa scrissi che ero politicamente schierata, ma non corretta.
Lo sono ancora.
Credo ancora nella sinistra solidale, proletaria e idealista.
Ci credo ancora anche perché ho conosciuto delle persone che questi ideali li mettono in pratica.
Il problema è un altro.
Il problema è che io sono stanca di dovermi turare il naso per evitare che vada su il peggiore.
Sono stanca che la (pseudo)sinistra viva in un mondo tutto suo, dove gli immigrati siano tutti dei santi perseguitati mentre chi è povero, tra i miei connazionali e chiede aiuto, viene lasciato solo e considerato razzista se si vede sorpassare da altri.
Sono stanca del loro sentirsi superiori, della loro incapacità di vedere i problemi della gente, lasciata in balia di criminali di ogni tipo, della disoccupazione, del precariato e della miseria.
E anche dei terremoti.
In questi mesi di autentica sofferenza ho imparato l'importanza della vera autentica vicinanza delle persone care.
Ho avuto delle delusioni cocenti ma anche delle sorprese inaspettate.
E francamente non ho nessuna intenzione di allontanare da me persone che hanno un ideale politico molto lontano dal mio.
Sono persone autentiche, sincere, oneste, lavoratrici e non mi sento superiore a loro perché sono di sinistra.
No, signori.
Finiamola con la presunta superiorità morale della sinistra, impariamo a capire le persone accanto a noi, ad ascoltarle davvero, a sentire i loro bisogni, i loro sogni, i loro desideri.
Impariamo a credere al valore delle persone, senza imporre loro il nostro punta di vista e senza farle sentire inferiori.
E' un'epoca orrenda, in cui il valore delle persone si misura a seconda del loro successo professionale.
Io non riesco a ritrovarmi in tutto questo.
Non adesso.
La sinistra ha perso ovunque perché non sa più ascoltare.
Non sa più vedere.
Non serve a niente dare dei razzisti alle persone.
Serve capire cosa spinge le persone, anche le più generose, a chiudersi.
Credo nei ponti di pace, ma i ponti di pace, vanno fatti con tutti, in primis con queste persone generose, la cui sofferenza è talmente grande da spingerli in direzioni per noi incomprensibili.
Fermiamoci e ascoltiamo.
E invece la sinistra pensa solo a litigare e alle poltrone.
Che pena ragazzi.
Berlinguer e Pertini si staranno rivoltando nella tomba.
Commenti
Temevo di aver scritto un post molto sconclusionato e incomprensibile
di certo non a sinistra, e la sinistra che si sta dimostrando in questi ultimi giorni,
mi pare darmi particolare ragione.
la politica è un triste palcoscenico dal quale guardarci, sebbene debba (teoricamente) essere il nostro principale supporto sociale...