"Balzac e la piccola sarta cinese" di Dai Sijie



Mio Voto *** 1/2

Mia Recensione:

Quello che più mi ha colpito di questo romanzo è come la cultura diventi evasione, sogno proibito e soprattutto lotta per la libertà.

Difatti è attraverso la lettura di classici proibiti(dal citato Balzac del titolo a Dumas)dal regime comunista cinese che i tre protagonisti riescono a combattere l'oppressione del villaggio in cui, in un modo o nell'altro, sono relegati, la piccola sarta in quanto donna, i due ragazzi in quanto figli di "sovversivi", in particolare uno dei due era figlio di un dentista che aveva curato i denti a Mao, però aveva avuto l'ardire di vantarsene.
E così è stato punito perché, si sa, i dittatori non possono essersi fatti sistemare niente, tutto ciò mi fa pensare a quelli che negano di avere parrucchini, di essere bassi e di portare i tacchi.
Da sottolineare che non è i tre creano o fomentano una rivolta armata, no la loro è una rivolta spirituale, la vittoria dell'anima contro le brutture del mondo e della tirannia.
Divertente e tuttavia mortificante il modo in cui i due ragazzi riescono a fare entrare nel villaggio gli strumenti musicali: sostenendo che Mozart(che era proibito dal regime non si sa bene a che titolo) aveva scritto una canzone "Mozart loda sempre Mao"...
Toccante anche come sviluppa il rapporto tra i tre giovani, legati da una forte amicizia, tenera, complice ed esclusiva, uno dei due maschi sa che l'altro e la ragazza si sono innamorati, ma non prova mai un briciolo di gelosia, anzi...
Appassionante ed erotica la scena d'amore sul fiume in cui sembra quasi di vedere i corpi due amanti nuotare insieme nel fiume e poi unirsi in una danza d'amore senza tempo.
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