Jesus Christ Superstar - Un'esplosione di energia




Giovedì scorso all’Arcimboldi ho assistito al musical “Jesus Christ Superstar” diretto da Massimo Rodeo Piparo, con protagonisti Ted Neeley, Yvonne Elliman e Barry Dennen, i tre attori della versione cinematografica di Norman Jewison. Con loro vi erano Feysal Bonciani (Giuda), Paride Acacia (Hannas), Emiliano Geppetti (Simone), Francesco Mastroianni (Caifa), Riccardo Sinisi (Pietro) e Christian Ruiz (Erode).

Chi vi parla non aveva mai visto questo musical né il film di Jewison, mi vergogno a dirlo ma è la verità.
Ho iniziato a seguire lo spettacolo con un sacro timore, lasciandomi travolgere lentamente dalla musica e dai balli, come le onde del mare in tempesta. La storia dei vangeli che noi tutti conosciamo ha una rivisitazione più umana e passionale, gioiosa e dolente, a seconda dei momenti, in questo musical “vecchio” di quarant’anni ma più che mai attuale. E in taluni momenti ho compreso perché all’epoca suscitò tanto scandalo. Rende esplicito ciò di cui si parla da secoli: la relazione tra Gesù(Ted Neeley è una forza della natura. Ha una voce che sveglierebbe anche i morti e le sue espressioni colpiscono dritto nell’anima) e Maria Maddalena. Sto parlando per me, quindi, non so se tutti i credenti possano identificarsi nelle mie parole, io posso solo dire ciò che ho provato io e in questa rappresentazione così esplicita io ho visto qualcosa di puro e passionale, l’amore che lega i due è palpabile, spirituale e carnale fin dalle prime battute e raggiunge il culmine quando Maria Maddalena (una meravigliosa Yvonne Elliman, piena di energia come un’adolescente) canta questo amore ad un Gesù stanco ed addormentato. Lo senti a pelle. Forte. Vibrante. Appassionante. Mi hanno fatto ricordare le parole del vangelo, quando a lei per prima appare il Messia dopo la resurrezione, e Maddalena, nel riconoscerlo, esclama un passionale: “Maestro!”

Ma Jesus Christ Superstar è prima di tutto la storia di Gesù vista dagli occhi di Giuda (eccezionale Feysal Bonciani come ballerino, cantante e attore. Davvero straziante nei momenti del tradimento), volto e voce di un’umanità, che voleva un Messia pre-confezionato, un Re Potente e dominatore e solo alla fine ne comprende la portata del messaggio rivoluzionario, assolutamente attuale. Eppure viene scelto da Gesù perché diverso e speciale, viene toccato da lui, lo segue, ma non lo comprende. Il suo percorso è forse il percorso dell’intera umanità e una delle cose affascinanti di questo spettacolo che fa capire che non è importante credere che Gesù fosse Dio anche se Giuda si pone varie volte la domanda se Gesù sia o meno Dio. Non è quello che conta. Ciò che conta è il messaggio gioioso di amore per tutti, senza distinzioni e la condanna verso tutte le brutture di ogni tempo.
Emblematica, in tal senso, la scena della fustigazione durante le quali si sovrappongono le immagini di tanti orrori degli ultimi secoli e di autentici eroi che hanno combattuto per un futuro migliore.
Tante le musiche belle che entrano nella testa e tanti i momenti che colpiscono e mi è davvero difficile poterli elencare tutti.


Affascinante quella della cacciata dei mercanti dal tempio: prima dell’arrivo del Messia il luogo, che dovrebbe essere sacro, è invece simbolo di lascivia, impudicizia, mercimonio e i balli, che mimano dei rapporti sessuali, sono espliciti in tal senso così come lo è la musica, martellante, coinvolgente, disturbante. L’entrata nel tempio di Gesù spazza via tutto questo, però è solo un attimo.
Ho trovato estramamente realistica la scelta di mettere le stesse persone che osannavano il Cristo al suo ingresso a Gerusalemme nella scena in cui ne chiedono la crocefissione, anche se sono coperte in parte da maschere.
Inquietanti e verosimili i dialoghi cantati tra Hannas e Caifa (Paride Acacia e Francesco Mastroianni veramente in parte, con movenze e voci quasi “diaboliche”), simboli di un potere che non vuole limitazioni e distrugge tutti coloro che osano svegliare il popolo per dargli una direzione diversa dalla loro.
Poco prima della crocefissione finale si è avuto un intermezzo molto intrigante con Feysal Bocciani che ballava fuori dal teatro e veniva raggiunto da un Ted Neeley più “divino” che mai, un canto che era un dialogo tra i due, che forse insinuava un possibile perdono anche per il traditore chissà. Divertenti le parole di Tim Rice apparse durante questo intermezzo: ”Perché hai scelto un'epoca così lontana ed una terra così strana? Con la televisione sarebbe stato tutto più semplice. La Tua politica avrebbe conquistato un'intera nazione.”

Struggente e straziante invece il dialogo cantato tra Gesù e Pilato (Barry Dennen dalla voce davvero unica, capace di dare corpo ad un governatore molto umano), entrambi prigionieri dei loro ruoli e dei loro destini. E altrettanto coinvolgente il pianto al Getsemani di un Cristo stanco e provato che non si sente più sicuro della sua missione e che esplode in tutta la sua umanità.
Molto bravo il giovane Cristian Ruiz nei panni di un re Erode depravato, simbolo di quel tempio corrotto e bravi anche gli “apostoli” Riccardo Sinisi (Pietro) e Emiliano Geppetti (Simone) oltre che tutti l’instancabile corpo di ballo e la travolgente orchestra.
“Jesus Christ Superstar” è un’opera rock che parla al cuore dello spettatore, che travolge, avvince, diverte e commuove.
E’ pura energia.
Non c’è bisogno di essere cristiani per amarlo.
C’è bisogno di amare la vita e le cose belle.
E Jesus Christ Superstar è una cosa davvero molto bella.

Fonte: Dance Hall News




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