Oltre i cancelli dell'Alba, sulle tracce del Destino

Un caloroso saluto a tutti i frequentatori del sito, sento la necessità di scrivere qualcosa, perchè  si sa, quando viene l'ispirazione è bene prenderla al volo!

Tanto per rimanere in tema, mi sto guardando Breaking Bad, che se FORSE non l'avete capito, lo reputo IL telefilm, fatto bene a livello di trama, personaggi azzeccati, dialoghi al top, regia e fotografia allo stato dell'arte (il geom. Calboni direbbe: "questa sera il montaggio analoggico mi ha completamente sconvolto!", ma senza essere ironico!), insomma, Vince Gilligan e Michael Slovis sono i miei  nuovi eroi, con quanto che Fringe, pur tra le sue pecche, rimarrà per sempre nel mio cuore: dinamiche come quelle tra Walter e Peter, sono qualcosa di veramente impossibile da non apprezzarre.

Ok, se non se ne siete accorti, Ve lo dico io: sono prolisso, se una persona normale, ad esempio, per descrivere cosa c'è sopra il tavolo, impiega venti parole, a me ne serve almeno quattro volte tanto, perchè me la prenderò inevitabilmente comoda, e descrivendo minuziosamente anche tutto quello che c'è intorno..................................

Anche in questo caso, siamo già a una quindicina di righe, come preambolo a alcuni versi buttati giù d'acchito, in ricordo dei "vecchi termpi", perchè dovete sapere che non solo Walter Bishop si "automedicava" col Black Blotter, ma anche un certo "Donald" che scrive su questo blog, quando era più giovane, si, insomma, avete capito.
E se per ipotesi, ripeto, per ipotesi, dovesse "automedicarsi" di nuovo, questo è quello che racconterebbe!

Buona lettura, e mi raccomando, attendo commenti, o anche critiche!

E"ro avvolto dal buio, e circondato dal silenzio, eppure sentivo una voce guidarmi verso la luce, e io la seguivo senza neanche chiedermi perchè, senza pensare neppure per un attimo che quella luce mi avrebbe portato a me stesso.
Avevo paura, ma ero curioso, perchè non sapevo, perchè non ero.
Camminai a lungo, e durante quel tormentoso tragitto, percorsi valli fatate, camminai attraverso deserti di ghiaccio e vortici di fiamme.
Ho volato in alto, sulle ali del vento, sin dentro le nuvole.
A volte ero un granello di sabbia, baciato dal sole, e bagnato dalle onde del mare; se invece ero triste, diventavo una lacrima, che scivola sulle guance di chi piange, pensando di aver perso tutto.
E un giorno di pioggia ero un numero, assieme a tanti altri nella grande ruota del destino, che gira implacabile, e uccide gli uomini per plasmarne altri, e insieme a loro ho danzato in eterno, finchè il sole non si spense, e regnarono le tenebre.
E fu di nuovo oscurità e silenzio, ma io continuai a camminare finchè giunsi ad una porta: la varcai.
Di fronte a me, reami di sogno, luoghi nei quali ho camminato in eterno, attraverso triangoli celesti e lampi di luce, e tante volte desiderai di poter vedere quelle scene attraverso i tuoi occhi, perchè ero cieco, ma ciò non impediva al mio cuore di vedere, di sentire, di avvertire che tutto ciò, intorno a me, non poteva essere...........
Ripresi a camminare, guidato dalle stelle, e oltrepassai un cancello, diventando puro spirito; avevo raggiunto l'immortalità, ma ben presto la noia s'impadronì di me: ero diventato vecchio, e curvo, e troppo stanco per provare di nuovo a volare dentro le nuvole.
Fu allora che capì che dovevo riprendere il mio viaggio, continuare a cercare ciò che non ha un nome, colui che non ha età, sapevo che forse non l'avrei mai trovato, ma non m'importava, avevo l'eternità di fronte a me.
E mi sentì di nuovo giovane e forte, e vagai nuovamente attraverso le tenebre, squarciando l'oscurità, e scivolai giù, in un profondo caleidoscopio di colori e suoni, mentre la sentivo l'energia che andava su e giù nelle mie vene, e il calore che mi possedeva, come in una lenta danza rituale, intanto che non la smettevo di viaggiare, ma poi tutto questo ebbe fine , e nevicò per secoli, finchè non decisi di fermarmi, e cascai in un lungo sonno, il sonno dell'oblio.
Ed il mio corpo è lì, che riposa in una scatola, col corpo da scorpione.
Ma la mia mente volò via, come un'aquila senz'ali, che insegue il blu più profondo del cielo".

Donald
mafra2001@gmail.com

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