L'Aquila: non dimentichiamoci di loro




Buon venerdì.
Sono passati già tre anni da quel terribile 6 Aprile quando un terremoto che sconvolse una città, lasciandola un cumolo di macerie e facendo centinaia di morti.
Morti che potevano essere evitati, morti che ancora non hanno avuto giustizia, mentre molti dei sopravvissuti non sono ancora tornati ad una vita normale.
Una fiaccolata silenziosa per la città ricorda quei momenti, sperando che nessuno si metta più a ridere mentre la gente muore...
Silvia

Commenti

Alex Ricci ha detto…
Mi unisco al tuo ricordo per le tante vittime di questa tragedia e ancor di più per coloro che si sono salvati: sono passati già tre anni ma per me, che pure non l’ho vissuta direttamente, è come se fosse ieri, anche perché a L’Aquila (e dintorni) molto è rimasto come quel giorno. La fiamma della memoria deve rimanere sempre accesa, sperando che gli abitanti di quelle zone non siano lasciati a loro stessi come quasi sempre è successo nel passato per eventi simili. E auspicando che, una volta per tutte, sia fatta piena luce sulle responsabilità, quelle reali, degli imprenditori e dei politici, sindaci e amministratori che hanno costruito male, non certo sui membri dell’istituto di geofisica o della commissione grandi rischi: questo processo è solo uno spreco di denaro oltre che un sintomo dell’ignoranza che regna in Italia, un terremoto è, e probabilmente sarà sempre, imprevedibile, e imbastire una inchiesta sulle illazioni di un ciarlatano che all’ennesima profezia ci ha casualmente azzeccato è pura follia. Prendiamo esempio una volta per tutte dai popoli che affrontano con notevole efficacia tali calamità, in primis i giapponesi, che non prevedono certo i sismi, ma che sanno costruire: questa è la sola soluzione al problema, tutto il resto è puro show mediatico-giudiziario e concorrerà esclusivamente al ripetersi di ulteriori catastrofi. Ciao

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