I racconti di una ex centralinista



Buon venerdì a tutti!
Oggi inauguro una nuova rubrica, ovvero "Follie dal mondo del lavoro", che nasce anche grazie alle confidenze di mia zia, ex centralinista di una nota fabbrica che produceva macchine fotografiche, ma poi si potrà ampliare in mille altri ambiti, anzi se ne conoscete ( e sono sicura che sarà così), fatevi pure avanti a raccontare le vostre.
Mia zia ha detto che molte delle chiamate ricevute spesso se le segnava perché spesso le sembravano barzellette.
Eccovi le prime due^^:

1-Driin... mia zia : "Pronto, chi è?"
Risposta: "C'è mia figlia?"
Sempre mia zia:  "Chi la cerca?"
Risposta ( serissima, non ero uno scherzo) "La mamma".
Mia zia passò diverso tempo a cercare la fantomatica figlia di codesta mamma.




2- Driiin, mia zia non fa in tempo a dire ah, che subito la sua interlocutrice parte a razzo

"Scusi è la ditta di auto ecc?"

Risposta di mia zia

"Ehm, no, qui produciamo macchine fotografiche. Deve aver sbagliato numero"

Contro replica

"No, è lei che ha sbagliato a rispondere"

E anche qui non era uno scherzo...

Alla prossima, Silvia

Commenti

Andy Grim ha detto…
Cara Silvia, anche mia mamma, che ha fatto per diversi anni la telefonista (prima in TIMO e poi in SIP) ne avrebbe diverse da raccontare. Una volta, quando lavorava nella centrale di Perugia, chiamò un tizio che chiese di parlare con "Prato della Valle"... mia madre cercò inutilmente nello schedario questa località senza trovarla, fino a quando una delle sue colleghe ebbe un "lampo di genio intuitivo", ipotizzando che l'utente volesse parlare con un interlocutore che abitava nella Piazza di Prato della Valle, a Padova... e infatti era propio così! Certo che se l'utente (pardon... Cliente) avesse detto subito che voleva parlare con Padova (al tempo le telefonate interurbane le gestivano ancora le operatrici) sarebbe stato meglio... anni prima, quando abitava ancora a Bologna (prima di sposarsi per andare a Perugia con mio padre per 7 anni) un altro "bontempone" chiamò per chiedere il numero di un tale che risiedeva in "via Sant'Etienne"... anche quella volta ci volle un po' di tempo per capire che l'indirizzo in questione era "Via Santo Stefano"... forse il Cliente pensava che i nomi delle vie di Bologna si dovessero citare in francese...!

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