"Frankenstein Junior" di Mel Brooks


Frankenstein Junior
Titolo originale: Young Frankenstein
Nazione: U.S.A.
Anno: 1974
Genere: Commedia, Fantascienza
Durata: 108'
Regia: Mel Brooks

Cast: Gene Hackman, Madeline Kahn, Peter Boyle, Marty Feldman, Gene Wilder, Cloris Leachman

Mio Voto *****

Mia Recensione con spoiler

Rivisto recentemente grazie a la7, che è l'unico canale in chiaro che trasmette un po' di cinema, è e resta il capolavoro di Mel Brooks per antonomasia. Geniale, ironico, contro gli schemi con diversi momenti drammatici perché Mel Brooks, da vero genio quale è, insieme al degno compare Gene Wilder, sa che una vera commedia ha bisogno di sani momenti drammatici per poter far ridere davvero.


Qui viene messa alla berlina la favola nera e triste del mostro di Mary Shelley, con battute pungenti e sagaci, però anche con affetto e con uno splendido monologo finale di Peter Boyle sulla diversità e l'Amore con la A maiuscola che fa riflettere.
Gene Wilder e Marty Feldman(il mitico Igor, pardon AIGOR!) sono una coppia di protagonisti spassosi e goliardici, con un'alchimia sublime, troppe le battute da ricordare, da "Lupo ululà e Castello ululì" a "Mi ami?Ti sono mancato?" da "Sedatavo" a "Sarà una notte impegnativa, lei prenda la bionda, io mi occupo di questa qui con il turbante"..
E prendetemi per pazza, ma da due così io mi sarei fatta sedurre ben volentieri: cessi sicuramente, tuttavia con una personalità, un'ironia e un fascino unico!
Ironiche e frizzanti le due protagoniste femminili, dalla mitica infermiera focosa Inga, interpretata dalla splendida Terri Garr, con il suo accento tedesco e il suo essere (finta) tonta, come dimenticare lo scambio di battute greve tra il dottore e lei "Lo tiri su" "Ma come qui davanti a tutti?"; passando da Madeline Kahn, Elisabeth, la fidanzata fedele(???) e pudica(???) che fa la ritrosa per bigottismo con il suo scienziato, che sogna di farsi a tutte le ore, e poi, siamo onesti, alla fine è lei che salta addosso al mostro o quasi...
Da sottolineare che la signora è stata anche l'imperatrice ultra vogliosa di "La pazza storia del mondo" sempre di Mel Brooks...
E vogliamo poi dimenticare Cloris Leachman? La "terribile" Frau Blucher che fa spaventare i cavalli ed era stata "l'amichetta" del vecchio dottor Frankenstein.
Le musiche briose e di atmosfera, specialmente quella del richiamo del mostro, fanno da perfetto contraltare alla sceneggiatura perfetta di Brooks e Wilder.
Superba la scelta del bianco e nero.
E divertente il cammeo di Gene Hackman nel ruolo del frate cieco, dolce, dolce e sotto sotto un po' carogna..
Mitico, surreale, divertente, indimenticabile: vorrei tanto che si facessero ancora commedie così.


Trailer


E una bellissima chicca

Commenti

Locomotiva ha detto…
Young Frankenstein è una di quelle pietre miliari del cinema di parodia.
É riuscito a catturare un immaginario che conosciamo tutti senza avere visto, quella dell'horror prebellico, dei primi Frankenstein e Dracula di Lugosi e Karloff - e a mettere assieme l'ambiente cupo di quelli con le luci vivide per le commedie.

Senza contare la citabilità, seconda forse solo a "Casablanca" - anche se non tutti ricordano Bogart, tutti conoscono "Lupo Ululà, castello ululì".

Esiste anche un Musical, che sperò nonno Mel Brooks possa portare su pellicola, nonostante "The Producers" al cinema non abbia fatto faville e il buon Mel sia al lavoro per portare nei teatri di Broadway "Blazing Saddles".

YF: The Musical, io l'ho visto all'Empire, 42nd street angolo Broadway, New York.

E li vedi che, dietro alla storia c'è tutto il lavoro preparatorio che dovrebbe esserci.
Il piccolo ruolo di Elizabeth ha finalmente tutto lo spazio che gli serve, portato a tre canzoni:
- Please Don't Touch me (Che sostituisce la scena del treno "Taffetà, caro, taffetà")
- Surprise (L'arrivo al castello con parrucchiere, manicure, estetista e "Bob, my astrologist" mentre il Doc e Inga sono sul tavolo operatorio)
- Deep Love (dopo l'incontro col Mostro)

Nel cast originale, Elizabeth è Megan Mullally, più nota come Karen di Will&Grace, quella con la vocetta stridula.

"Deep Love" si trova anche sul Tubo, come la scena dei lupi che diventa "Roll In The Hay", rotoliamoci nel fieno sul carretto con Inga che fa lo Yodel.
Silvia Azzaroli ha detto…
Beh credo che non esiste nessuno meglio della Mullaly per fare Elisabeth, dopo la Kahn ovviamente: la sua Karen di Will&Grace ha già qualcosa di Elisabeth, con le sue fisse, i suoi mille assistenti ecc.
Spero anche io che il musical possa arrivare al cinema, so che nei teatri milanesi è arrivato lo scorso anno, ma non ho mai avuto il coraggio di vederlo a causa del mio troppo amore per il film.
A proposito nel rivederlo ho notato una cosa che mi sono dimenticata di citare nella recensione: Peter Boyle, nello splendido monologo finale, è doppiato da, udite udite, Massimo Foschi..
Grazie per la dritta dei video "Deep Love" e "Roll in The Hay" sul tubo: mo me li scarico!
Silvia Azzaroli ha detto…
Nel dato un'occhiata alle scene tagliate mi sono accorta di ricordare benissimo quella dove Frederic pesta il suonatore mentre è a passeggio con notaio: è possibile che fosse presente nelle versioni anni 80-90?
Locomotiva ha detto…
Non ne ho idea.
Penso di no, ma tutto può essere.
L'edizione italiana di FJ ha avuto qualche manomissione.
Ed esistono diverse edizioni per cinema, TV, VHS e DVD - ora è uscito anche il BlueRay (e mi chiedo che senso abbia vedere in HD una pellicola sgranata del 1974 ripapocchiata, ma amen).

Un racconto presente nei commenti del DVD commemorativo è la scena tagliata del bambinello transilvano alla stazione.
Nell'originale, il dr.Fronkesteen dal finestrino chiede "Pardon me boy, Is it the transilvania station?"
e il paffuto pulitore di scarpe risponde "ja, Ja, Track twentynine, Can I give you a shine?"
Che sono le prime due battute di Chattanooga ChooChoo adattate alla situazione.

Non si è mai capito se gli adattatori italiani non avessero capito la citazione o se avessero deciso che "non si capiva", ma la scena fu allegramente segata.
Nei cinema italiani, si passava dalla scena dentro la carrozza (i due vecchietti che si lamentano ed il controllore che annuncia la fermata, prima in inglese e poi in transilvano) direttamente ad Dutùr avvolto nella nebbia sulla pensilina che sente sguish-sguish e una voce "Il doctor Frankenstein?" - Bratazatz - "si pronuncia Fronkesteen - e tu devi essere Igor", "si pronuncia Aigor".

Poi, per motivi vari si decise di ripristinare la scena: e, vattelapesca, presero ed incollarono quella per il mercato tedesco, che centra come cavoli.
Silvia Azzaroli ha detto…
Eppure ero convinta di avere risposto al tuo commento: mo pure blogger si mangia i messaggi O_o?Anche la scena del bambinello transilvano alla stazione me lo ricordo bene... devo assolutamente comprarmi il dvd!
Quella del pulitore di scarpe no: questo giochetto di parlare usando l'inizio di canzoni avviene anche in Moulin Rouge, chissà che quest'ultimo non volesse citare Brooks, essendo un film pieno di citazioni..

Gli adattatori italiani, che piaghe -_-, per me scemi come sono avranno pensato "non si capiva"
Mi pare di ricordare vagamente la scena della carrozza con i due vecchietti...

Comunque è più che evidente che la versione che danno in tv è massacrata, dura sì e no un'ora e mezza e io ricordo benissimo che durava tanto la versione anni 80, almeno 2 ore

Come quella per il mercato tedesco
il pithecusano ha detto…
Come mi confermava un'amica che a scuola di doppiaggio si è cimentata proprio con questo film, si tratta di un testo, quindi di un film, praticamente intraducibile senza farne scempio. E tra adattamento e traduzione immagino si perda la gran parte dell'ironia, della comicità. Io, che non so le lingue e fatico molto a seguire film sottotitolati, non sono mai riuscito ad apprezzare più di tanto questa pellicola. Pur conoscendo non proprio per sola immaginazione l'originale prebellico.
Silvia Azzaroli ha detto…
@ Il Pithecusano=In effetti hanno tradotto delle frasi in maniera un po' strana, diciamo così, però io trovo che abbiano fatto un buon lavoro, tutto sommato e resta un film gradevole in italiano. Un salutone

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